Clizia Fornasier diventa scrittrice, la miss di Arcade pubblica il primo libro

La miss di Arcade pubblica “È il suono delle onde che resta” Uscirà il 4 aprile. «Un bel regalo per il mio compleanno»

TREVISO. Da Miss Veneto e Miss Italia, passando per le esperienze d’attrice e quel “Tale e Quale Show” in cui ha conosciuto il suo attuale compagno, che l’ha resa mamma di due figli, Blu e Mercuzio. Il 4 aprile, tra poco meno di un mese, Clizia Fornasier festeggia il compleanno con l’uscita del suo primo libro. Un esordio letterario che incuriosisce, quello della bellissima di Arcade, che nelle pagine di “È il suono delle onde che resta” (HarperCollins) racconta una storia senza tempo.

La passione. «L’idea del libro è nata in me quasi quattro anni fa. L’ho scritto nei ritagli di tempo, nei vari momenti di sonno del mio primo figlio», racconta Clizia Fornasier, «Un romanzo che abbraccia la vita di due donne e che analizza un incontro destinato a cambiare più vite. Non è una storia d’amore stile Harmony, quanto piuttosto la mia carezza affettuosa a una donna, Caterina, che vive come un’eremita in un’isola; quando, all’improvviso, si palesa una ragazzina nella sua casa, la notte di Natale, e ogni cosa cambia. Questa ragazza, Adele, non ricorda nulla, ma vuole solamente cercare il papà... Grazie all’aiuto di Caterina, l’artista che vive nella casa sullo scoglio, la piccola tenterà di riaffacciarsi sulla vita inseguendo il padre e prendendo per mano quella signora che viveva sola».

L’ispirazione. Un po’ come Undici di Stranger Things, personaggio chiave di una delle serie tv cult degli ultimi anni, Adele è una bambina che riporta la vita a una donna lontana da tutto grazie a dei poteri molto forti e inarrestabili. Ma c’è poca magia o delirio soprannaturale, solamente sentimento. «Un viaggio nell’anima, ma anche reale e non solo figurato. Femminile, intimista, un po’ gotico e giocato sui toni della favola... Non è semplice inserirlo in una categoria», aggiunge Clizia. Che confessa quanto la passione per la scrittura alberghi in lei fin da quando stava sui banchi di scuola. «Quando ero piccola, alle medie, durante le ore di religione mi divertivo a inventare storie per le mie amiche, che le ascoltavano mentre le raccontavo. Ho sempre scritto poesie per me e per la mia famiglia, e anche adesso ho il computer pieno di idee. Nutro una tremenda passione per le favole nere, ma non è il caso del mio libro. Ho avuto bisogno di mettere alcune cose a punto, per me è stata una vera terapia riempire pagine e pagine. Quello che mi auguro è che, per quanto possibile, questo lavoro possa essere d’aiuto per molte donne».

Il futuro. E il futuro della carriera televisiva e artistica? «Ora c’è stata la maternità, con la nascita di Mercuzio, quindi mi sono parzialmente bloccata. In pentola bolle una commedia molto carina, in attesa di risposte, e i primi “fondamentali” servizi fotografici post parto; di questo poco mi importa. Ho una grande venerazione per la maternità e le donne, un momento unico nella vita di una persona ed è bellissimo vedere i segni che lascia. Quindi chissà, magari tornerò anche a danzare in tivù. Ma la sera, prima di addormentarmi, penso a quello che potrò scrivere il giorno dopo».


 

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