Al New Age le nuove Vibrazioni

Intervista al cantante Francesco Sarcina. Il gruppo suonerà a Roncade venerdì 16 marzo 

RONCADE. Un po’ come l’Araba Fenice, che risorge dalle sue ceneri: sono le nuove Vibrazioni che, dopo cinque anni di stop, hanno deciso di riprovarci. Hanno pubblicato un disco, “V”, sono tornati sul palco di Sanremo con “Così sbagliato” e presto saranno impegnati in un lungo tour nei club, che partirà il 16 marzo dal New Age Club di Roncade (Treviso). Ne abbiamo parlato con Francesco Sarcina, leader della band.

Sanremo, il nuovo disco, gli instore e presto il tour. Come sta?

Scosso. Stanco. Felice.

Siete Le Vibrazioni 2.0. Cos’è rimasto del vecchio gruppo?

Sono rimaste Le Vibrazioni: la voglia di raccontare in musica storie di vita vissuta. Con qualche consapevolezza in più e con maggiore padronanza dei nostri mezzi.

Storie di vita vissuta: vita vissuta da voi?

Sempre. Tutte le mie canzoni sono autobiografiche ma, allo stesso tempo, chiunque ci si può ritrovare, compresi i miei compagni delle Vibra. A partire da “Così sbagliato”, visto il successo che sta riscuotendo. Infatti il titolo dell’album è “V”, che significa “quinto” ma potrebbe stare anche per “vita”: quella che racconto.

Un bilancio di Sanremo?

C'eravamo stati tredici anni fa da “figli”. Tornarci da padri è stato molto strano, ma anche molto bello. Quale miglior palco per ufficializzare la reunion?

E tornarci in gruppo, visto che l'ultima esperienza all’Ariston era stata da solista…

Lavorare in gruppo crea confusione, perché ognuno vuole dire la sua. Ma è anche come stare in famiglia: nei momenti di difficoltà hai le spalle coperte e, se cadi, c’è sempre qualcuno pronto a sorreggerti.

Nel nuovo album sono confluite anche canzoni del Sàrcina solista?

Sì, perché non ho mai fatto distinzioni tra i due mondi. Come solista, non avevo un approccio diverso alla scrittura rispetto a quello che avevo con il gruppo. Quindi nel disco ci sono canzoni che avevo scritto un paio di anni fa, ma anche canzoni che avevo scritto sedici anni fa, in pieno periodo Vibrazioni.

La reunion è avvenuta lo scorso anno per Radio Italia Live. C’era già qualcosa nell’aria…

Sì, perché io sono un rompipalle e quando desidero qualcosa me la vado a prendere. In amore e sul lavoro. C’è un proverbio siciliano in cui mi ritrovo molto che dice “U sceccu futti no picchi' è beddu ma picchi' insisti”. Non serve la traduzione, vero? Ecco, io sono così.

Vedere la piazza cantare a squarciagola "Vieni da me" com'è stato?

Un'emozione incredibile. È stato lì che ci siamo convinti definitivamente: dovevamo riprovarci. Abbiamo capito che potevamo ancora continuare a far sognare la gente, che poi è l’obiettivo di ogni musicista. Rendere le difficoltà e la quotidianità meno pesanti: alleggerire e scrivere la colonna sonora di una vita.

"Vieni da me", "Dedicato a te"… Qual è il potenziale “classico del futuro” di “V”?

Sicuramente “Così sbagliato”. E poi “Dove”, nonostante non sia un singolo radiofonico, “Niente di speciale”... Posso rispondere “tutte”?

Ora sarete impegnati con un tour nei piccoli club: volete riabbracciare il vostro pubblico?

Sì, è fondamentale perché siamo molto fisici. Io, in particolare, ho bisogno di stabilire un contatto diretto con le persone con cui mi relaziono. E la scelta dei club è stata dettata proprio da questo.

Cosa ascolteremo?

Parecchio del nuovo album, ovviamente. Poi cercheremo di accontentare tanto chi verrà a sentirci per cantare i nostri classici, quanto i super fan che vorranno ascoltare anche i pezzi di nicchia.

Parola d’ordine del tour?

Cazzimma! Saremo molto più intensi e passionali di una volta.

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