Ztl e il fantasma di Toni Negri fanno litigare i fratelli

Fratelli contro sul web, e tutto per colpa di Toni Negri. Potenza della rete, che fa volare gli stracci in famiglia e li rende pubblici.
Succede che Paolo Calia scriva un servizio, sul suo giornale, in cui adombra una strategia unica fra Veneto e Nordest dietro le occupazioni dei collettivi, come quella del trevigiano Ztl che ha appena rioccupato la caserma Salsa. Secondo questa tesi, la casa madre della «pianificazione a tavolino» sarebbe il centro sociale “Pedro” di Padova. E poteva mancare il grande vecchio? Riecco spuntare, dietro la leader trevigiana Gaia Righetto & Co, nientemeno che il davvero anziano Toni Negri, «seguitissimo» ideologo del movimentismo antagonista a Nordest. Vecchi teoremi, e vecchi fantasmi, che pensavamo scomparsi, ma che tornano - secondo l’articolo - in... Salsa trevigiana.
Poche ore, e Claudio Calia, fumettista e disegnatore (compreso un libro intervista illustrato a Toni Negri), esponente di altri movimenti antagonisti, insorge contro il fratello Paolo. E in un post poco diplomatico e fraterno scrive, a proposito del servizio giornalistico del fratello: «Accozzaglia di mezze verità e balle palesi triturate e servite su un vassoio d’argento». E conclude acido: «Il sangue non si sceglie».
Prima di sera, scende sul web il terzo fratello, Antonello, caporedattore di Paolo, che chiede sommessamente a Claudio «un po’ di buon gusto e rispetto per chi lavora e fatica». Immediata risposta di Claudio: «Dire che Toni Negri si fa le riunioni con Ztl a Padova invece è buon gusto o una velina degna di “libero”? Rispetto per chi lavora, appunto, anche per chi lo fa gratis (Ztl, si suppone ndr)». Controreplica di Antonello: «Documentarsi prima di straparlare mai? Vecchi vizi di controinformazione. Nessuno si è sognato di scrivere che Toni Negri fa riunioni con Ztl a Padova, Berlino, Parigi e Timbuctù: semplicemente abbiamo scritto che Toni Negri è un riferimento per una sinistra che non si riconosce negli schemi».
Se può consolare, succede nelle migliori famiglie, anche prima del web. A contestare il sindaco Massimo Cacciari c’era il fratello Paolo, allora leader di Rifondazione. E in prima fila in piazza, contro il sindaco veneziano, il nipote Tommaso, figlio di Paolo, esponente dei centri sociali.
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