Zardetto Spumanti di Conegliano chiede il concordato

CONEGLIANO. La Zardetto Spumanti di Scomigo, una delle etichette più note nel mondo del Prosecco Doc e Docg, ha chiesto il concordato preventivo. Ad affliggere la società della famiglia Zardetto, attiva da quattro generazioni, con 7 milioni di euro di fatturato e una ventina di dipendenti, è un’importante esposizione debitoria che mette in pericolo la continuità aziendale. Alcuni investitori (italiani, professionisti del mondo enologico) si sono già fatti avanti per acquisire il controllo totale della società. Di certo è un terremoto nel mondo del Prosecco, l’ennesimo di una stagione tribolata contrassegnata dal crollo del prezzo dell’uva e dai ripetuti blitz dei Nas in varie cantine della Marca per sequestrare ingenti quantità di mosti e zuccheri.
costi in aumento. Sembra un paradosso ma - nel momento in cui il prezzo dell’uva è ai minimi degli ultimi anni - è stato proprio il costo della materia prima a mettere in crisi la Zardetto. Un problema in realtà comune a molte realtà del settore visto che, contrariamente a quanto sta succedendo ora, nel 2016 e soprattutto nel 2017 l’uva per il Prosecco veniva pagata a peso d’oro a causa di annate meno generose per quantità. Di solito i margini vengono ampiamente recuperati al momento della vendita, nel caso della cantina coneglianese non è stato così. «Il problema non è legato alla clientela, puntuale nei pagamenti e numerosa soprattutto negli Stati Uniti, quanto all’esposizione debitoria cresciuta nel tempo e dovuta a vari fattori» spiega il legale dell’azienda, l’avvocato Alessandro Alfano (che assiste la Zardetto assieme al collega Mirco De Zotti), «tra i problemi c’è sicuramente il costo della materia prima, gli ordini da evadere hanno un prezzo già fissato ma l’uva negli ultimi anni era aumentata».
compratori in vista. Il Tribunale di Treviso, con decreto del 17 ottobre, ha preammesso la domanda di concordato concedendo alla Zardetto il termine dell’11 febbraio 2019 per la presentazione di una proposta definitiva di concordato, con un piano industriale per uscire dalle sabbie mobili della crisi e per soddisfare le posizioni dei creditori. La soluzione potrebbe arrivare con uno storico passaggio di proprietà: «Sono già arrivate varie proposte commerciali di importanti realtà del settore» spiega l’avvocato Alfano, «sono intenzionate ad acquisire la società». Dovranno parlare con il commissario giudiziale, il commercialista coneglianese Massimo Di Luzio.
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