Omicidio stradale, Ater ha sfrattato Ronnie Levacovic
A un anno dall’avvio della procedura l’Ente oggi ha liberato l’alloggio in via Bindoni a Treviso occupato senza titolo in emergenza abitativa

La procedura di sfratto era iniziata a gennaio del 2024 contro la famiglia di Ronnie Levacovic, il rom residente in via Bindoni che una drammatica notte del 2022 a bordo di una Bmw M3 Coupé travolse l’auto su cui viaggiavano Mara Visentin e Miriam Cappelletto uccidendole. Oggi lo sfratto è stato eseguito dall’Ater con la polizia.
La casa è stata lasciata dalla famiglia che si è trasferita ospite di parenti che starebbero accogliendo anche Ronnie, oggi ai domiciliari per l’omicidio stradale del Terraglio. Era il terzo accesso effettuato insieme all’Ufficiale Giudiziario insieme a 4 agenti della Questura di Treviso. Al nucleo familiare non era stata più rinnovata l’emergenza abitativa da parte del Comune di Treviso, ma occupava la casa ancora senza autorizzazione nonostante la notifica di sfratto. Al nucleo familiare, raggiunto dai parenti, sono stati concessi 40 giorni di tempo per procedere al recupero dei beni rimasti.
«Quando si parla di sfratti non lo si fa mai serenamente, questa volta però siamo certi di aver fatto giustizia – il commento di Mauro Dal Zilio, presidente di Ater Treviso – tralasciando tutte le vicende che ben conosciamo e che hanno portato Levacovich attualmente agli arresti domiciliari in altro domicilio, sappiamo bene che questo nucleo famigliare non aveva alcun titolo per abitare in un alloggio popolare e che la loro presenza era da sola un’offesa a chi davvero ha bisogno di una casa».
«E’ proprio grazie a una nostra segnalazione che il Comune di Treviso non aveva rinnovato l’emergenza abitativa – il commento di Marina Bonotto, vicepresidente di Ater Treviso – perché era chiaro che quel nucleo familiare non aveva i requisiti Erp e non era più tollerabile che occupasse senza titolo un alloggio di edilizia residenziale pubblica che sarebbe utile a chi davvero è in difficoltà. Per questo ringrazio soprattutto lo staff di Ater Treviso e oggi in particolare gli agenti della Questura che hanno supportato il terzo accesso di sfratto e con fermezza ma anche delicatezza hanno saputo gestire il momento che coinvolgeva il nucleo famigliare».
Sullo sfratto anche il plauso del sindaco di Treviso Mario Conte: «È un ottimo risultato del patto per la legalità stretto con Ater, un percorso nato diversi anni fa e che sta dando frutti importanti. Obiettivo è ridare il patrimonio pubblico a chi ne ha reali bisogni, togliendolo ai furbetti della case popolari che continuerò a combattere sempre con tutti gli strumenti che ho a disposizione». —
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