Zanella: «Noi alternativi Il capitalismo opprime le persone e l’ ambiente»

L’operaio corre per Solidarietà Ambiente Lavoro e Paolo Benvegnù  «Lo sfruttamento continua. Superati? Parlano le nostre battaglie» 

Un operaio per palazzo Ferro Fini. È la sfida di Gabriele Zanella, 40 anni, coneglianese, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, capolista di “Solidarietà, Ambiente, Lavoro”, che candida Paolo Benvegnù a presidente delle Regione. «Aggreghiamo movimenti e persone della sinistra alternativa, da Rifondazione al partito Comunista, ad indipendenti, e poi esponenti di lotte ambientali, e sociali, dal lavoro alla casa, dalla sanità alle battaglie femministe».

Il risultato è che anche a sinistra c’è molta frammentazione.

Non siamo per il lavoro utile, ma per l’utilità della battaglie fatte. Fra le ultime, quella contro la riforma degli affitti, delle case popolari Zaia e la giunta hanno dovuto fare retromarcia. La rivendichiamo tutta: e bisogna dare rappresentanza a queste battaglie per un Veneto diverso, e qualcuna è stata vinta».

Come vi definireste?

«Alternativi. E, nettamente, senza se e senza ma, rispetto al conflitto sociale ambientale in atto. Contro questo modello si sviluppo, che sostanzialmente si basa sullo sfruttamento delle persone e del territorio. E per la difesa, essenziale, dell’intervento pubblico in materia di sanità, servizi, welfare».

Sembra non facciate differenza tra centrodestra e centrosinistra.

«Esatto. È il modello della Lega e del centrodestra i n Regione, ma anche del governo di centrosinistra nazionale. E qui in Regione, è sotto gli occhi di tutti l’inesistente opposizione alle politiche di Zaia. Su grandi opere, compressione dello stato sociale, tagli, politiche del lavoro. Non ci sono differenze».

Scusi, ma queste posizioni comuniste e queste analisi rigorosamente marxiste hanno ancora un senso, oggi nel 2020?

«Molto. E vorrei dire molto più di 50 anni fa, le cose sono decisamente peggiorate in materia di diritti, dignità dei lavoratori, redditi, welfare. Sfruttamento e oppressione continuano».

Sono termini quasi desueti, adesso. Da “ultimidei Mohicani”.

«Ma in Veneto li vediamo tutti i giorni: sfruttatori e sfruttai, oppressori e oppressi. Il capitale ha campo più libero ed è avanzato ancora».

Ma visto il consenso a sinistra, forse sarebbe ora dell’autoanalisi. E a chi chiedete il voto, realisticamente?

«Quelle le facciamo sempre, prima e dopo i l voto. Chiediamo voti su una proposta , e lo facciamo all’operaio deluso dalla Lega e all’ex elettore d centrosinistra, a chi non vota più. E parlano per noi le nostre battaglie».

Quali sono le priorità per Treviso e la sua provincia?

«L’ambiente e il sociale. E per ambiente intendiamo le cave, ma anche il consumo di suolo, siamo quarti in Italia e primi come Veneto: il capitale ha campo più libero ed è avanzato ancora. E poi le opere pubbliche, i danni si stano sempre più manifestando, la Pedemontana è dannosa inutile. E infine l’ inquinamento, dai pesticidi al lo smog, dal cementificio di Pederobba alla tutela delle falde. E poi la crisi, acuita ora dal Covid 19: l’autunno ci allarma, saremo nei luoghi del bisogno».

C’è una questione lavoro, anche nel cuore del Nordest?

«Più che mai. L’attacco al lavoro e ai diritti portato dal capitale in questi anni ha avuto come risultato l’aumento diffuso del disagio sociale. E siamo sempre lì: si perdono pposti, si viene sottopagati, diminuiscono diritti e tutele, e tutto questo si riverbera poi sui tempi e sulla condizioni di lavoro e di vita. Aggiungiamoci le politiche di privatizzazione di sanità e servizi. Meno posti letto, più liste d’attesa». —



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