Fenomeno affitti brevi, a Treviso e provincia boom di strutture ma non di visitatori
Report del Centro studi del terziario: alberghi e alloggi sono più che raddoppiati. Gli italiani preferiscono Asolo, Castelfranco, Conegliano e gli stranieri Mogliano

Boom di strutture ricettive nella Marca, ma il turismo resta “mordi e fuggi” e l’offerta – più che raddoppiata negli ultimi 10 anni – non sta al passo dell’aumento della domanda. Dal 2013 al 2023 c’è stata un’esplosione nel settore dell’ospitalità, con un incremento del 118% degli esercizi ricettivi.
Questo il dato principale che emerge dal report EbiComLab, il Centro studi sul terziario sostenuto dagli Enti Bilaterali EbiCom ed Ebt Treviso. A fine 2023 si contano 2.457 strutture: a trainare questa crescita è soprattutto il comparto extra-alberghiero, che ha registrato un +138,9% dal 2013. Anche i posti letto sono aumentati (+10% dal 2013), raggiungendo quota 23.567.
Vocazione turismo
Il sorpasso della capacità ricettiva delle strutture extra-alberghiere rispetto a quelle alberghiere è avvenuto tra il 2016 e il 2017. La media di posti letto si è ridotta, passando da 14,8 nel 2013 a 9, 6 nel 2023, con una media ancora più bassa (6,4) per le strutture extra-alberghiere, composte in prevalenza da alloggi in affitto (aumentate del 338,9% in dieci anni).
«Il turismo è una nuova vocazione che si è creata a livello locale, una leva competitiva e di sviluppo che si affianca ad altre vocazioni, prime fra tutte il manifatturiero», esordisce Alessandro Minello, coordinatore scientifico del Centro ed autore dei report.

L’espansione ricettiva ha risposto all’aumento dei flussi turistici, culminato nel 2019 con oltre un milione di arrivi. La pandemia ha portato ad una frenata, con una perdita di quasi 700 mila visitatori. Il 2023 ha segnato una rapida ripresa, sfiorando i livelli pre-pandemici con 955.102 arrivi, equamente distribuiti tra italiani (49%) ed esteri (51%). La permanenza media si attesta a 2,1 notti a livello provinciale.
Le presenze nei Comuni
Ventidue comuni accolgono quasi l’80% degli arrivi, con 6 poli principali (Treviso, Mogliano, Preganziol, Conegliano, Castelfranco e Villorba) che da soli intercettano quasi la metà dei visitatori superando le 40 mila visite.
I turisti italiani prediligono le zone di Asolo, Castelfranco, Conegliano, Montebelluna e Vittorio, mentre gli stranieri mostrano interesse per Mogliano, Oderzo, Treviso e Valdobbiadene.

La permanenza media degli stranieri è più alta nell’area di Asolo (3,5 notti), mentre gli italiani si fermano più a lungo a Oderzo (2,5 notti) e Montebelluna (2,4). «Siamo in presenza di un albergo diffuso – continua Minello – Ma l’offerta non ha creato una propria domanda, i flussi turistici sono cresciuti di circa il 25%.
Oggi una struttura ricettiva è occupata per il 23%, un dato insufficiente per la redditività. Meglio gli alberghi, con un tasso del 38% che è al limite dell’economicità mentre il 15% delle strutture extra-alberghiere non è sostenibile». Se fino al 2019 la Cina era il principale mercato, la pandemia ha stravolto questa dinamica. Treviso comunque continua a piacere in tutto il mondo, attualmente, la Germania guida la classifica (10,7%), seguita da Austria (7,4%), Stati Uniti (6,5%), Francia (5,5%), la new entry Polonia (5,2%) e Spagna (4,91%).
Focus terziario
Il report sull’andamento del terziario nel 2024, che accompagna il focus sul turismo, restituisce un settore in crescita. Il calo del commercio è quasi una costante negli ultimi anni, ed il segno meno colpisce in particolare fashion e alimentare, mentre conforta il segno più del terziario avanzato, che con il +1,4% conferma un ritmo di crescita costante negli ultimi 5 anni con +1.590 unità locali. Il comparto registra 69.143 imprenditori attivi (in calo di 350 rispetto al 2023), aumenta il gap generazionale tra gli under 30 (-0,8%) e gli over 70 (+3,7%), e risultano in lieve flessione anche gli imprenditori stranieri.
Sul sentiment sulle aspettative 2025 raccoglie l’opinione di un campione di 317 imprenditori: il 51,7% prevede stabilità di bilancio, il 73, 5% prevede nuovi investimenti in prevalenza in formazione, l’88,6% chiede maggior supporto alle Istituzioni per agevolazioni fiscali e burocrazia.
«In questo momento il sistema è soggetto a due spinte: da un lato la strutturazione dell’offerta e dall’altra la frammentazione, è necessario investire nelle persone, nella comunicazione e nell’innovazione», conclude Minello. —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso