Zambon: «La malattia, una battaglia combattuta assieme»

Destini incrociati, quelli del sindaco e del suo segretario. Floriano Zambon e Riccardo Possamai, amici e collaboratori, fianco a fianco (per vent’anni) nelle stanze del municipio, ma anche nei letti d’ospedale, nelle visite in Ematologia a Treviso, nell’ansia di un referto, di un consulto. Hanno combattuto la stessa battaglia contro un linfoma, e questo li ha uniti ancora di più. I due si conoscono nel 1981, in occasione del censimento. Poi Possamai viene assunto in Comune, Zambon parte per il servizio militare. Quando torna, e muove i primi passi nella politica cittadina, le loro strade non si separeranno più. È il 1994 quando a Possamai arriva la prima, terribile diagnosi di linfoma: «Le nostre vicende si sono fortemente intrecciate – ricorda Zambon – allora a lui toccò quello che sarebbe capitato a me, dieci anni dopo. Entrambi con figli piccoli». Possamai sconfigge il male ma questo si ripresenta nel 2001, quando Zambon è sindaco. Poi il trapianto di midollo, le ricadute a distanza di sei anni l’una dall’altra, l’ultima nel 2012. Tante volte, il sindaco e il suo segretario, hanno parlato della battaglia che stavano conducendo. Zambon ne parla senza tabù: «Quello del linfoma è un tema che ha tenuto banco a lungo nelle nostre discussioni e nei nostri ragionamenti, fino a quattro giorni fa. A fine anno, come giunta, abbiamo deciso di dare la possibilità ai cittadini di iscriversi all’Aido al momento della sottoscrizione della carta d’identità. È un tema fondamentale, e una risorsa importantissima in caso di emergenza, come per il bambino in attesa di trapianto che abbiamo aiutato pochi mesi fa». Oggi il sindaco accompagnerà il suo segretario (amico) per l’ultimo viaggio, i funerali nella chiesa di San Martino alle 14.30 e la sepoltura nel cimitero di San Giuseppe. (a.d.p.)
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