Vittorio Veneto, un bonus per le adozioni

di Lieta Zanatta
Paletta, ciotola, crocchette, cuccia o casetta e persino una visita veterinaria.
L’amministrazione comunale di Vittorio Veneto questa settimana sta reiterando la civile proposta per incentivare le adozioni dei cani randagi. Un provvedimento con cui l'anno scorso si è risuciti a trovare casa a tutti i quattro zampe «trovatelli» presenti nel territorio comunale. «Siamo orgogliosi di poter dire che questa politica ha portato a zero la situazione del randagismo nel nostro territorio - dice Antonio Miatto, assessore al Turismo, Informatizzazione, Agricoltura, Politiche energetiche e Identità veneta del Comune - E' una soluzione che abbiamo studiato a tavolino. Il mantenimento di un animale randagio costa, e non poco, alle istituzioni pubbliche. E allora, perché non destinare un po' di queste risorse a chi vuole adottare un cane? A chi lo desidera viene dato un bonus tra i 150,00 e 200,00 euro, che serve per le spese di prima necessità in negozi e una visita presso gli studi veterinari convenzionati con il Comune, senza contare che il cane viene consegnato già vaccinato e microchippato».
Risultato? L'anno scorso sono andati in adozione perfino i Fido a «lungodegenza», i cani più brutti, quelli di colore nero e i più vecchi, quelli che nessuno vuole, che di solito invecchiano e muoiono nei canili. «Naturalmente ha diritto al bonus chi adotta i cani del territorio comunale e non di altri - spiega meglio l'assessore Miatto - perché il randagio che viene trovato all'interno dei confini del territorio di Vittorio veneto è un "suo" cittadino a tutti gli effetti».
I «trovatelli» vengono poi portati nel rifugio modello di Cison di Valmarino, che serve anche altre vicine amministrazioni comunali che, assieme a Vittorio Veneto, hanno fatto un consorzio per raccogliere i senza casa. «Questa politica ha portato il nostro Comune a non dover più sostenere conti esosi per il mantenimento dei poveri cani, soldi che possono essere destinati ad altre emergenze che non mancano di questi tempi, con i Comuni sotto schiaffo dal patto di stabilità - continua Miatto, che ovviamente ama spassionatamente gli animali - Certo che il randagismo è il frutto di una non educazione da parte degli individui. C'è chi si sbarazza del cane morto buttandolo in acqua, anziché seppellirlo. E poi Vittorio Veneto è un comune grande, e tanta gente viene da fuori per abbandonare cani e gatti. Giusto ieri abbiamo trovato una cagnolina di due mesi, che vagava piangendo in mezzo alla campagna. Un tesoro, come si fa ad abbandonare questa creatura con questi occhioni che vogliono solo affetto?». Insomma, con questa politica di incentivazione alle adozioni, Vittorio Veneto ha giustamente l'ambizione di fare da apripista nel risolvere civilmente una situazione che tocca tutti i Comuni. Anche se, bisogna dirlo, la fortuna di questo Comune è data dal fatto che l'Assessore di mestiere fa... il veterinario.
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