Violenza sessuale tra le calli di Venezia: trevigiano finisce a processo

Il 50 enne di San Zenone

è accusato di avere

pesantemente palpeggiato

una giovane che stava tornando

a casa a Venezia

Roberta De Rossi
gian paolo perona- perona- belluno- carcere
gian paolo perona- perona- belluno- carcere

TREVISO. Processo il 6 ottobre con rito immediato – quindi, senza passare per l’udienza preliminare davanti al giudice – per Patrizio Bragagnolo, il cinquantenne di San Zenone degli Ezzelini, arrestato la notte del 13 giugno, con l’accusa di aver seguito e aggredito nella notte una giovane, che stava tornando a casa, tra le calli deserte attorno a San Girolamo a Venezia.

Violenza sessuale l’accusa che gli ha mosso la pubblico ministero Moroni, che così ricostruisce nel capo di imputazione l’aggressione alla ragazza: «In ora notturna, dopo averle sottratto il telefono cellulare per impedirle di chiamare soccorso, con violenza, bloccandone le braccia e sospingendola contro un muro, la costringeva a subire atti sessuali», con palpeggiamenti brutali e procurandole lesioni giudicate guaribili in quattro giorni.La giovane stava tornando a casa, quando - dopo aver salutato le amiche e aver lasciato l’affollata Strada Nuova - si era ritrovata nella deserta fondamenta di San Girolamo, con la percezione che qualcuno la stesse seguendo.

Neppure il tempo di girarsi, che all’improvviso era stata aggredita alle spalle da uno sconosciuto, che l’aveva palpata pesantemente. La giovane donna, spaventatissima, aveva reagito gridando e in suo soccorso erano subito intervenute due donne: due mamme ancora sveglie, perché stavano aspettando il ritorno dei figli a casa, in quelle prime sere di libertà dopo la fine del lockdown. Pochi minuti e sul posto era arrivata una Volante: la descrizione della ragazza era stata precisa e poco lontano, in fondamenta degli Ormesini, gli agenti avevano trovato e arrestato Bragagnolo.

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia (difeso dall’avvocato Simone Guglielmin), l’uomo si era avvalso della facoltà di non rispondere, prendendo la parola solo per brevi dichiarazioni spontanee e per dire che non si riconosceva nella ricostruzione dell’accusa, dicendo che lui quel sabato sera era a Venezia con un gruppo di amici per festeggiare e che aveva bevuto troppo. Il giudice Gilberto Stigliano Messuti ne aveva convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere, a Belluno.Ora si avvicina la data del processo. 

r.d.r

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