Villa Rigamonti, la società in liquidazione aveva ottenuto 10 milioni da Veneto Banca

MOGLIANO
La cordata d’élite che nel 2007 si aggiudicò all’asta per 10,5 milioni di euro la storica villa Rigamonti a Campocroce, dopo dieci anni finisce in liquidazione. L’Agricola Prima, questo il nome della società, è ora nelle mani del liquidatore Francesco Loero, nominato a fine giugno. Dopo villa Bianchi, un’altra icona del territorio moglianese, anche villa Rigamonti potrebbe presto finire all’asta. La storia recente di villa Rigamonti si intreccia anche con con il crac di Veneto Banca e con un pezzo importante del capitalismo nostrano.
L’Agricola Prima nasce il 4 settembre del 2007. Dieci giorni dopo essere stata costituita la società partecipa ad un’asta bandita dall’Israa di Treviso e si aggiudica (lotto numero 4) il fondo rustico che comprende villa Rigamonti, terreni (862 mila metri quadrati) e rustici annessi. Prezzo iniziale 7,4 milioni di euro, rialzo di oltre 3 milioni. Oltre al pregevole esempio di architettura rurale vincolato, che risale al ‘600 (ultimato nel 1.758), l’operazione mette a disposizione dell’Agricola Prima anche l’adiacente oratorio, alcune strutture di servizio (stalla, magazzino, officina) e i campi. Chi sono i protagonisti?
Il 50% delle quote dell’impresa agricola (capitale sociale 10 mila euro) è di Michele Pessato, professione allevatore. L’altra metà fa riferimento a una seconda società, di natura immobiliare, con sede a Venezia: Proven.srl. Tra i soci di questa srl figuravano all’epoca l’avvocato Bruno Barel, professore di diritto all’Università di Padova; Arrigo Buffon, immobiliarista trevigiano, già della Silea Legnami ed ex amministratore di Veneto Banca Romania. C’è anche la società lussemburghese Mobcom Investment. Amministratore unico di Proven è il commercialista veneziano Paolo Caffi. Tra i registi dell’operazione è centrale la figura di Loris Tosi, altro professore veneziano, il “principe dei tributaristi” veneti. «Avevamo un ambizioso progetto, una fattoria bio, che non si è concretizzato per divergenti vedute», sintetizza il diretto interessato. Veneto Banca sostiene l’investimento in maniera determinante, con un prestito che supera i 10 milioni di euro. Cosa ne rimane oggi? La villa risulta abbandonata, i campi vengono coltivati, ma l’attività dell’Agricola Prima non pare particolarmente fiorente. Nei suoi bilanci la voce “debiti con le banche” arriva a sfiorare i 15 milioni di euro.
Negli anni cambia la compagine societaria di Proven: entrano Gili srl (Paolo Caffi), la Complemento Immobiliare di Giovanni e Alice Candiani, illustre famiglia di notai veneziani, la Ris srl (di Virginio Palmarin) e la Cordifin (gruppo industriale veronese presieduto da Angelo Cordioli). Fuori Barel, rimangono dentro, fin dall’inizio, la società lussemburghese, riconducibile al professor Tosi e il trevigiano Arrigo Buffon.
L’Agricola Prima, nel frattempo, sarebbe finita anche tra le carte dell’inchiesta sui prestiti di Veneto Banca alla voce “debiti incagliati” («Ma solo perché c’è un’elevata concentrazione, abbiamo sempre onorato le rate» precisa Tosi). La decisione di mettere in liquidazione la società risale a inizio 2018. Che ne sarà di villa Rigamonti? L’ultimo bilancio dell’Agricola Prima, datato 2015, rileva un dimezzamento nel valore delle immobilizzazioni che genera una perdita di 8 milioni. Riuscirà Veneto Banca, ovvero quello che ne rimane, a recuperare il prestito? Uno dei mille rivoli del crac dell’istituto di Montebelluna, passa anche per Campocroce. —
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