Villa e distilleria in saldo Prezzi abbattuti all’asta per rilanciarli dal degrado

Sono di proprietà della Regione che ora abbassa le pretese pur di riuscire a cederli Nel loro futuro destinazione alberghiera o commerciale

Motta di Livenza

Sconto su due immobili nell’Opitergino-mottense, Villa Rietti Rota a Motta di Livenza e la “Distilleria delle vinacce” a Ponte di Piave in vendita. Dopo che per entrambi gli edifici le tre aste promosse dalla Regione sono andate deserte, l’ente proprietario ha deciso di passare alla trattativa diretta. La legge prevede una riduzione del 10% del prezzo con la possibilità di trattative dirette con sconti di un quarto della stima del bene. Villa Rietti Rota ha un valore stimato di 5 milioni e 650 mila euro, per la terza asta il prezzo era stato abbassato a 5 milioni e 85 mila euro, ora si è passati a 4 milioni e 238 mila. La prestigiosa struttura, di epoca rinascimentale, è caduta in disuso da anni, dopo un lavoro di restauro costato due milioni e mezzo di euro. La villa con la barchessa, grazie ai lavori fatti, potrebbe essere adibita a ristorante, albergo, sala congressi o ad uffici. Villa Rietti Rota possiede una storia di quasi mezzo millennio, è stata eretta nel 1580 a Villanova, frazione di Motta di Livenza, dal nobile Filippo Filippi. Nel corso dei secoli è passata tra le mani di molte famiglie nobiliari ed è stata teatro degli avvenimenti storici del ’900 che hanno segnato violentemente queste terre, durante la Prima guerra mondiale era stata adibita a ospedale militare austriaco, mentre durante il secondo conflitto era stata razziata dalle truppe tedesche di passaggio. La villa nel 1928 divenne proprietà della famiglia Rietti Rota, di cui porta il nome, che la restaurò e la tenne fino al 1972, anno in cui fu acquistata dall’ente nazionale Tre Venezie diventato più tardi Veneto Agricoltura della Regione Veneto. La struttura possiede uno splendido parco con alberi secolari a ridosso dell’argine del Livenza ed è circondata da rustici. Le varie strutture si trovano in discrete condizioni manutentive, agibili e arredate, immediatamente utilizzabili per una superficie complessiva di 19.625 mq. Tredici anni fa, al termine del restauro milionario, la villa fu riaperta. Furono raddoppiate le camere della foresteria, che attualmente sono 29, e ampliate le sale ristorante, con una nuova da centotrenta coperti. Ma nonostante il lancio e la volontà di darne un profilo alberghiero, nulla funzionò. E l’intero compendio immobiliare ha imboccato la via del declino e dell’abbandono.

La «Distilleria delle vinacce», vecchia fabbrica della grappa di Ponte di Piave, ha un valore di 5 milioni e 849 mila euro, poi sceso a 5 milioni e 264 mila per arrivare alla trattativa diretta di 4 milioni e 387 mila. La struttura è stata realizzata alla fine degli anni Sessanta. L’area è molto estesa: 53.977 metri quadrati complessivi. L’ex distilleria dal 1999 era stata gestita dalla società cooperativa «Distilleria delle cantine sociali venete», che stipulò una concessione trentennale con il ministero dell’Agricoltura. Alla fine del 2003 la consegna alla Regione, alla fine di novembre del 2004 la cessazione definitiva dell’attività. La destinazione urbanistica è chiara: attività artigianali, industriali, terziario diffuso. L’intero compendio è soggetto a vincolo paesaggistico. Chiunque fosse interessato dovrà poi presentare un progetto di ristrutturazione e di bonifica da sottoporre all’amministrazione comunale pontepiavense. —

Gloria Girardini

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso