Videogame “local” territorio e storia per nativi digitali

Con “Frammenti di identità”, realizzato con fondi europei, cinque Comuni dell’Opitergino promuovono un gioco online  sulla storia del territorio
Gloria Girardini

oderzo

Un viaggio alla scoperta di cinque comuni dell’Opitergino-mottense, un’avventura virtuale per grandi e piccoli. “Frammenti d’identità. La ricerca di una memoria perduta” è una visual novel, lanciata in questi giorni nel web, che permette al giocatore di vestire i panni di un giovane che ha perso la memoria e che si ritrova a vagare nell’Opitergino-mottense. Ad aiutare il protagonista c’è una giovane ragazza del luogo, di nome Zoe. Il gioco è stato realizzato nell’ambito del progetto “Idea” (Innovazione, Digitalizzazione e Apprendimento), promosso dalla Regione e dal Fondo sociale europeo. Permette al giocatore di esplorare i comuni di Cimadolmo, Oderzo, Ponte di Piave, Motta di Livenza e Cessalto. L’avventura inizia nelle grave di Papadopoli, che prendono il nome dalla ricca famiglia veneziana proprietaria del terreno, per poi proseguire l’avventura nella biblioteca Giacomo Agostinetti e nel Mic (Museo Identitario) presenti a Cimadolmo. Non mancano durante il gioco i riferimenti all’enogastronomia come l’asparago Igp e il raboso del Piave. Il viaggio prosegue a Ponte, per approdare alla Casa Cultura Goffredo Parise, per poi spostarsi ad Oderzo con la visita del cason di Piavon, uno degli ultimi esemplari dell’architettura rurale trevigiana con 300 anni di storia. La storia prosegue nel Museo Eno Bellis e nel duomo di Oderzo. Si arriva quindi a Motta di Livenza e non può mancare una visita, da parte dei personaggi del videogioco, alla basilica dove nel 1509 comparve la Beata Vergine, al contadino Giovanni Cigana, alla Fondazione Giacomini e al duomo.

Il viaggio termina nel bosco Olmè a Cessalto uno degli ultimi discendenti delle selve preistoriche che caratterizzavano la pianura padano veneta. —



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