Video con le pistole inno a soldi e droga Rap provocazione nel cuore della città

CONEGLIANO
La pistola compare più volte nel videoclip di musica rap (o trap), è la nuova provocazione della “Rowdy gang”. Droga e denaro sono i “valori” trasmessi, i nemici sono le forze dell’ordine, i giornalisti, ma anche i “figli di papà” coneglianesi. Il videoclip è stato registrato ancora al Biscione, nel cuore di Conegliano, sede storica dei trapper fin dal primo video del 2019. Quasi 5 mila sono state le visualizzazioni sui social network raggiunte fino a ieri su Instagram. È la seconda puntata della gang che aveva già suscitato scandalo in città due anni fa.
IL FILMATO AL BISCIONE
Uscito nella scorse settimane attraverso la pagina Instagram Dj Lastking, in questi giorni il videoclip è rimbalzato sugli smartphone, sull’onda di quanto avvenuto a Treviso con la “Pluto gang”. Una pistola, non si sa vera o giocattolo, ma comunque senza tappo rosso di sicurezza, appare più volte nel filmato musicale, ambientato tra le corsie della stazione delle corriere e il sottopasso verso via del Ruio, nel cuore di una notte coneglianese deserta. L’arma impugnata da diversi ragazzi viene puntata in segno di sfida, estratta dai pantaloni tipo gangster, in un caso anche nell’azione di scarrellamento come per simulare uno sparo imminente. Per evitare di essere identificati, le facce sono per la maggior parte coperte o le immagini volutamente sfuocate. Chi ha utilizzato le mascherine sembra averlo fatto per travisare il volto, più che per proteggersi dal contagio da virus.
MINACCE E OFFESE
Nel gruppo formato da almeno una quindicina di giovani, in diversi non la indossano. «Soldi e droga poi la pussy, al collo oro ma non mi basta, ho detto basta a quella pastiglia», recita il testo della canzone, che ha anche evidenti riferimenti alle polemiche scoppiate in passato. «Leggo le bullshit (fesserie, ndr) sopra il giornale secondo te dico pure che è vera, io non mi presento in tribunale se vuoi mi trovi in giro alla sera», continua il testo. Verso la metà del videoclip, la pistola viene ripresa in primo piano. Si vedono solamente le mani con dei guanti, impugnata nell’atto dello scarrellamento, come per essere pronta ad esplodere dei colpi. Appena dopo il dito medio e compare questa frase: «Questi si svegliano mi puntano il dito, leggo il giornale mi sento c’è la parafrasi del mio testo, ero high mentre l’ho scritto, tu laureato giornalista infame cambia lavoro che non lo sai fare». La pistola viene puntata anche quando si parla dei “figli di papà”. «Mettiti contro ma dopo le prendi, figlio di papi non fare Al Pacino qui c’è chi muore per un motorino», è il messaggio verso altri nemici. Il videoclip, diretto da Neeray Kumar l’unico nome a comparire nel filmato, stavolta non è stato pubblicato su Youtube ma nella pagina Instagram del trapper Lastking. «Inseguimento come Tom e Jerry corri più veloce se non ci prendi ci trovi giù a B. mentre fumiamo candy», appare una frase di scherno verso le forze dell’ordine.
il primo videoclip
Il trapper coneglianese di origini senegalesi era già stato protagonista del video scandalo al Biscione della primavera 2019. Diversi esponenti politici coneglianesi avevano censurato quanto accaduto e c’era stato un giro di vite. All’epoca del video “Promise”, Lastking aveva sottolineato che lui e gli amici non centravano nulla con il degrado in città e la sua trap era arte, andava interpretata. Da sinistra a destra, dal Movimento 5 Stelle alle Lega, l’indignazione per i videoclip del trapper era stata unanime e si chiedeva perfino l’intervento delle forze dell’ordine. Il Partito Democratico aveva sollecitato le forze di polizia: «Oggettivamente viene data un’immagine devastante della città, un video vergognoso, stiamo assistendo ad un’escalation ed i problemi peggiorano anche perché l’amministrazione comunale non ha fatto nulla» aveva dichiarato Alessandro Bortoluzzi, capogruppo del Partito Democratico. Insomma, c’era stata già all’epoca l’impressione generalizzata che sotto legittime aspirazioni musicali si nascondesse un disagio accentuato e anche una certa difficoltà a rispettare le regole.
IL CASO DI TREVISO
La scorsa settimana era stato un altro gruppo trap, “Pluto gang”, a far discutere a Treviso, sempre per l’utilizzo di armi in un video musicale. Uno dei ragazzi si è presentato alla polizia per consegnare una pistola, riferendo che era finta e non la utilizzeranno più nei loro videoclip. Sull’episodio trevigiano ci sono stati anche una relazione della Digos trasmessa alla Procura e la condanna del sindaco Conte. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso