Via Albona, residenti contro il degrado
Via Albona e via Capodistria sempre più nella morsa del degrado, residenti disperati a fronte di istituzioni sempre più assenti: una sessantina di residenti di via Albona e via Capodistria, quartiere di Santa Bona, hanno inviato una petizione al sindaco Gobbo e al vicesindaco Gentilini, al questore, al comandante dei vigili urbani ma anche al parroco dell’Immacolata e all’Inps-Inpdap (titolari di condomini della zona) per denunciare ciò che da troppi anni avviene nella assoluta indifferenza di Ca’ Sugana: i campi da gioco troppo spesso vengono usati da adulti fuori orario, fonte di schiamazzi fino a notte inoltrata; sporcizia ovunque; ripetuti episodi di spaccio ma anche di sesso consumato a cielo aperto; il parcheggio della zona usato per sgommare a dare fastidio; il degrado dei negozi sfitti di proprietà dell’Inpdap; topi ed escrementi; panchine e tavoli del parco pubblico monopolizzati da gente poco raccomandabile; il bar di via Capodistria aperto fino a notte fonda.
La gente della zona, nella petizione, chiede che i campi da gioco vengano chiusi nelle ore tarde e vigilati, che tavoli e panchine vengano eliminati per evitare assembramenti, l’installazione di rallentatori di velocità, pattuglie di vigili nelle ore notturne e non alle 11 del mattino quando non servono a nulla. E altro ancora.
Dal Comune l’assessore alla Sicurezza Andrea De Checchi promette: «Farò un sopralluogo per verificare di persona la situazione e a tempo debito, se ci saranno risorse, metteremo una telecamera».
Ma c’è da chiedersi come mai lo «sceriffo» Gentilini, che si fa tanto vanto di mantenere l’ordine a Treviso, sopporti da troppo tempo una situazione simile: troppo facile tenere curato il centro, molto meno i quartieri, certo. Ma, almeno, disognebbe cominciare a provarci proprio a partire da via Albona e via Capodistria.
Alessandro Zago
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