Vendeva titoli americani falsi: a giudizio

Nei guai un cinquantenne di Sambughè accusato di far parte di una gang internazionale
Un’aula di tribunale
Un’aula di tribunale
 
PREGANZIOL.
L'accusa è pesantissima: associazione a delinquere finalizzata alla vendita di titoli di stato americani falsi, valore complessivo mostruoso: attorno ai 500 miliardi di euro. A finire nei guai è Stefano Loy, 50 anni, residente a Sambughé. L'uomo è stato rinviato a giudizio, ma la difesa punta su due «super-periti» per dimostrare che quei bond non erano affatto falsi.
 Loy è accusato di far parte della «gang» internazionale che cercava di piazzare sui circuiti creditizi internazionali (e in alcuni casi ci sarebbe anche riuscita) alcuni titoli di credito contraffatti, spacciati per bond emessi del Tesoro degli Stati Uniti. Una truffa colossale da almeno 565 miliardi di dollari, secondo l'accusa. A scoprire il giro con quasi due anni di indagini fatte di intercettazioni, pedinamenti, controlli internazionali e perquisizioni è stata la procura di Roma, e il processo si svolge nella capitale. Le ipotesi di reato formulate descrivono un'associazione a delinquere che avrebbe prodotto e venduto «almeno» 38 titoli di credito del Tesoro americano, gli Iboe (International bill of exchange).  I rinviati a giudizio sono sette, e i nomi fanno rumore. Oltre a Loy c'è anche Elio Baccioni Ciolini, che fu associato anche ai depistaggi sulla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. A capo dell'organizzazione, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato l'avvocato Vittore Pascucci. Sempre secondo l'accusa, Loy cercava di piazzare gli Iboe falsi all'estero, in particolare a Dubai. Loy e un altro indagato, Ivo Sobrero, nel corso di una perquisizione a giugno 2010 vennero trovati in possesso di dieci titoli per un valore nominale di 28,5 miliardi di dollari. La difesa di Loy, rappresentata dall'avvocato trevigiano Fabio Pavone, ha convocato (10 gennaio 2012) due super esperti per dimostrare «che quei titoli non erano falsi, avevano una loro storia»: si tratta di Nello Ballossino, docente di informatica all'università di Torino, e di Salvatore Maccarone, docente di diritto dei mercati finanziari alla Sapienza di Roma.

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