«Varchi a Treviso, una mazzata per i commercianti»

De Wrachien: «Troppe multe per Ztl a Treviso, la gente eviterà la città»
DE POLO AG.FOTOFILM TREVISO VARCHI ZTL IN CITTA'
DE POLO AG.FOTOFILM TREVISO VARCHI ZTL IN CITTA'

TREVISO. «Non ci siamo, questa amministrazione dice di voler portare gente in centro ma ha solo creato l’ultimo deterrente: i varchi. O forse il sindaco e Camolei pensano che chi ha preso la multa torni subito in città?».

Enrico De Wrachien, presidente di Rivivere Treviso, boccia i varchi delle Ztl. Mai stato favorevole, sia chiaro: ma il casus multe (in media 80 al giorno, perlopiù al varco di via Manin), e le scintille politiche fra l’assessore Paolo Camolei e il Carroccio (vedi a fianco), lo inducono a rompere gli indugi. E sulla giunta spara ad alzo zero.

De Wrachien, non avete mai appoggiato l’idea dei varchi per le zone a traffico limitato.

«Non è simpatico dire “l’avevamo detto”, ma è sotto gli occhio di tutti che eravamo stati buoni profeti. Si è creata molta confusione, il sindaco dice che dopo 4 anni lui e la giunta hanno imparato a guidare la macchina della città... mah».

È il piano della pedonalizzazione, che procede. E sul quale c’era stato un confronto con le categorie e le associazioni, almeno inizialmente.

«Confronto? Mi sembra che sul centro storico ci sia un’accoppiata Manildo-Camolei che decide tutto. Avessero ascoltato e si fossero confrontati, non saremmo arrivati a questa situazione. Leggo che ora qualcuno propone i semafori ai varchi. Lo diciamo da 3 anni, almeno in via Manin».

Ma il piano è stato annunciato, c’è stato un periodo di informazione e tre mesi di tolleranza per far prendere dimestichezza ai cittadini.

«È un dato di fatto che volantini e mass media non bastano: la gente ha bisogno dell’informazione al momento di entrare in contatto con i varchi. Che ci vuole a mettere un semaforo rosso-verde, almeno in via Manin? Tutte le altre città lo hanno, perché Treviso deve essere sempre speciale?».

Voi di Rivivere, con questa amministrazione, siete sempre stati sulla barricate. È una questione politica? Di personalismi? C’è altro?

«Guardi, né politica né personalismi, siamo sempre rimasti ai fatti. Chiediamo da sempre servizi e funzioni per il centro. Ma quanto ancora dovremo subire noi commercianti? Quando vedremo la fine dei danni procurati da questa amministrazione a chi ha un’attività in centro storico?»

La vostra bocciatura è totale, Paradossale che arrivi nella fase in cui Treviso vede il boom del turismo, mai così intenso, e un rilancio delle mostre e degli eventi.

«Ah, ma se parliamo di plateatici e locali, di feste e di mostre, quello funziona. Ma il commercio vede poco o nulla di tutta questa vivacità. Vogliamo parlare di parcheggi?

Manildo ha annunciato l’ex Telecom, e via Lanceri, attorno alle mura. E poi il Cantarane e il Pattinodromo.

«Non confondiamo. Quelli appena fuori mura saranno utilizzati da pendolari, operatori, non da chi vuol venire in centro. Serve un grande park nel cuore della città».

Detta così, lei sarebbe per il park Vittoria.

«Perfetto. L’ho detto anche all’Ascom: dovete farvi promotori di un nuovo park Vittoria nel cuore della città, o vogliamo perdere altri 20 anni? Adesso l’Ascom si fa bella con le luminarie, a loro basta quello... roba che noi facevamo da anni e anni».

Siete proprio arrabbiati: ce l’avete con tutti.

«Pozza, presidente di Camera di Commercio, parla di 150 negozi chiusi in città. È chiaro, il modello di questa amministrazione non tiene. Piazza Rinaldi deserta e fruita ogni tanto per concerti e film. E voler continuare mi sembra follia, demenza. E noi commercianti continuiamo a crederci e a investire, pure in questa situazione». (a.p.)

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