L’imprenditore dello striscione che lancia minacce ai ladri: «Dopo due furti, ora funziona»
I furti a Susegana però proseguono: nel mirino l’ex consigliere Carlo Giacomo Granzotto. Michele Perencin spiega il senso della sua provocazione contro il problema degli intrusi

“Si avvisano i signori ladri che nel quartiere non c’è più nulla da rubare, lo avete passato in lungo e in largo. Si avvisa anche che ci stiamo attrezzando…a buon intenditor poche parole”.
Questo il cartello, corredato da una pistola fumante, oltre che dal leone marciano, appeso dal consigliere comunale di Susegana, Michele Perencin in via Rossini, fuori dall’abitazione del figlio presa più volte di mira dai malviventi.
Dopo una serie di furti, tentati furti e intrusioni non solo nella sua proprietà ma in tutto il quartiere, esasperato, Perencin, ha deciso di rispondere, a questa escalation. La raffica dei furti a Susegana, nonostante lo striscione, è però tornata agli onori della cronaca: Carlo Giacomo Granzotto, ex consigliere comunale di 70 anni, alle 9 di mattina di qualche giorno fa si è trovato, al rientro nella sua casa di via Casoni, quattro uomini con volto coperto che uscivano dal piano superiore e con tanto di cacciavite in mano gli hanno urlato di non chiamare la polizia e se ne sono andati con un bottino di 10.000 euro tra oro, gioielli e orologi.
Signor Perencin, Tra le zone più colpite dai ladri nelle ultime settimane c’è via Rossini, dove abita suo figlio...
«A luglio siamo stati presi di mira dai ladri. Il primo tentativo di furto ai danni della casa di mio figlio si è verificato a inizio del mese. E in quell’occasione è stato il cane della vicina, Aaron, ad accorgersi della presenza dei ladri. La vicina è poi uscita di casa e ha visto due individui nella casa di mio figlio. Si è messa ad urlare, loro sono scappati, poi è arrivata anche la polizia. Due settimane fa si sono ripresentati. Ricevuta una segnalazione dal controllo di vicinato, da via Barca dove abito mi sono diretto qui in via Rossini, dove c’è la casa di mio figlio. Dopo aver controllato, non ho rilevato rotture, ma ho scoperto che poco prima, attorno alle 23.30 i ladri si erano introdotti in una casa vicina, da una signora con due bambine piccole, che ha visto i ladri fuggire, dopo che erano entrati in casa e avevano anche chiuso a chiave delle stanze. Poi ho fatto un altro giro e mi sono accorto che nella casa dei genitori dell’amico di mio figlio c’era una luce accesa, così ho avvertito mio figlio che era via per qualche giorno. Abbiamo in seguito visto una Volvo nera uscire contromano, poi un altro individuo che scappava. Poi ancora di un’altra ragazza che ha trovato il muro demolito, volevano prelevare la cassetta di sicurezza, si erano arrampicati sul balcone e avevano spaccato con una mazza la finestra. Poi sono entrati da mio figlio».
Insomma, un’escalation vera e propria, che ha turbato lei e tutti gli abitanti, in particolare, di questa zona di Susegana...
«Era una sorta di avviso ai malviventi, un avvertimento per far capire che siamo esasperati e che qui non c’è più niente da rubare, visto che sono già passati tante volte. Possiamo dire che questo cartello abbia svolto la funzione di arma. Anche se in paese ci sono tornati».
In che senso?
«Da quando ho esposto il cartello nella zona non ci sono state più segnalazioni del controllo di vicinato. Sarà un caso, ma anche mettere un cartello può essere un’arma, che non spara ma ricordo che la lingua a volte taglia più della spada».
Quali sono secondo lei i possibili provvedimenti da adottare?
«Il controllo di vicinato è ottimo, ma manda l’avviso quando il problema è già successo. Il problema va fermato a monte. Importante è attuare le pene che già ci sono». —
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