Vanno all’asta i furgoni di Nes

All’asta subito 115 furgoni della North East Services. L’annuncio è comparso nelle ultime ore nel portale dedicato ai fallimenti e vendite giudiziarie del Tribunale di Treviso. Centoquindici mezzi in tutto, furgoni che verranno messi in vendita il prossimo mercoledì a partire dalle 9.30 nella sede delle vendite giudiziarie di Silea. Mezzi vecchi, immatricolati nel 1995 fino a quelli più recenti registrati nel 2012: valore stimato complessivo attorno ai 435 mila euro. Si va da un prezzo base di 250 euro fino a un massimo di 10 mila euro. Lo scorso novembre il prefetto di Venezia Domenico Cuttaia, in accordo con il ministero dell’Interno, aveva di fatto dimezzato la licenza oggi trasferita nelle mani del commissario governativp Sante Casonato. Oggi contempla solo l’attività di vigilanza, vengono esclusi i servizi di trasporto e custodia valori.
Viene di conseguenza circoscritto anche l’ambito territoriale di operatività dell’azienda al solo Triveneto e ad alcune province della Toscana. In pratica le zone in cui le filiali Nes non operavano solo nel trasporto valori ma anche nella vigilanza. Un intervento che ha di fatto reso inutilizzabili le decine di mezzi dedicate al trasporto valori che ora vengono repentinamente messe in vendita con la speranza di far gola a qualche compratore (specialmente delle altre società che operavano nel medesimo comparto della Nes) per racimolare liquidità per le spese legate all’attività ordinaria e per il soddisfacimento dei tanti creditori.
Intanto è stata convocato un incontro nazionale per il prossimo 12 dicembre che si svolgerà a Bologna tra il commissario governativo Casonato e le rappresentanze sindacali e aziendali dei lavoratori di tutte le filiali Nes sparse nel territorio italiano. Casonato spiegherà le parti salienti della relazione consegnata lo scorso 25 novembre in Tribunale a Treviso. Un centinaio di pagine dettagliate, che scandagliano lo scandalo Luigi Compiano, mettendo nero su bianco un buco da 104 milioni di euro (40 milioni che sono spariti dai caveau di Silea, oltre a centinaia di creditori che reclamano 22 milioni di euro, il fisco altri 29 di Iva non versata più 13 di sanzioni; tutto a fronte di crediti vantati per 8 milioni di euro). Ma viene anche chiarito che la priorità è salvare l’azienda, i lavoratori, anche attraverso una vendita a “spezzatino” una volta rigarantito il proseguimento dell’attività ordinaria.
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