Validi i matrimoni in Marocco
Comune battuto in tribunale: nozze da registrare

L’avvocato Francesco Tartini
CROCETTA.
«Quel matrimonio va trascritto sui registri dello Stati Civile del Comune». Lo ha stabilito una sentenza del Tribunale di Treviso che fa ora giurisprudenza su una materia che ha provocato parecchi contenziosi in Italia. E smentisce le direttive del Ministero degli Interni in materia di trascrizione di matrimoni effettuati all'estero. La questione interessava marito e moglie marocchini che vivono in Italia da una decina di anni e che si erano sposati con rito religioso nel 1988 in Marocco. Nel loro Paese a suo tempo era stato trascritto anche nel registro civile. I due coniugi volevano che fosse fatta la stessa operazione in Italia e avevano fatto richiesta al Comune di Crocetta, dove risiedono. Ma si erano visti opporre un diniego. Assistiti dall'avvocato Francesco Tartini si sono allora rivolti al Tribunale e la sentenza ha dato loro ragione. «I miei assistiti hanno vissuto una situazione paradossale - spiega Francesco Tartini - sono residenti in Italia da oltre un decennio ed il loro matrimonio, celebrato in Marocco nel 1988, non era mai stato messo in dubbio. Anzi è stato espressamente riconosciuto ai fini del ricongiungimento familiare, della paternità dei figli minori, dello status di coniugati indicato nella carte di identità, delle detrazioni fiscali per i familiari a carico. Il marito ed i figli hanno già conseguito la cittadinanza italiana e, al fine di ottenerla anche per la moglie, lo scorso autunno la coppia si è rivolta al Comune di Crocetta per chiedere la trascrizione nei registri dello stato civile della sentenza marocchina che accertava il vincolo coniugale. Si sono visti opporre un diniego perché dalla stessa non emerge espressamente la loro volontà di unirsi in matrimonio. La legge marocchina non richiede infatti l'espressione del consenso degli sposi, ma solo la testimonianza di 12 persone a conoscenza dei fatti». Il successo ha fatto felice la coppia: ora anche la donna potrà avere la cittadinanza italiana. «Accogliendo la nostra tesi - continua Tartini - il Tribunale ha sconfessato le istruzioni del Ministero, e conseguentemente il diniego di trascrizione opposto dal Comune, confermando che le uniche norme applicabili sono quelle di diritto internazionale privato. Applicando detto criterio di collegamento il Tribunale ha affermato che la normativa marocchina non si profila come contraria all'ordine pubblico italiano, e quindi se il matrimonio è valido per il tribunale del Marocco l'ordinamento italiano non può che prenderne atto». (e.f.)
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