Una sede per Mondo Insieme «Accoglienza e integrazione»

CONEGLIANO
Mondo Insieme, da venerdì, si è unita alle altre associazioni già presenti nella Casa delle Associazioni in via Maset a Conegliano. È un’associazione che si occupa di vari progetti di mediazione linguistico-culturale, sia in ambito scolastico, sociosanitario, comunale e privato, sia nella gestione dello Sportello Immigrati presso il Comune di Conegliano.
L’inaugurazione della nuova sede dei mediatori culturali - che operano da molti anni nella città del Cima per favorire l'integrazione e la convivenza tra le tantissime comunità straniere che lavorano e vivono nel Coneglianese - ha visto la partecipazione del presidente della stessa associazione, Thiam Massamba, della referente del servizio di mediazione linguistica dell'Usl 2 distretto di Pieve di Soligo, Manuela Giusti, del presidente del Comitato genitori della primaria Pascoli, Dino Benacchio, e del sindaco Fabio Chies. Proprio l’amministrazione comunale ha dato tutto il suo impegno perché ci sia una più proficua collaborazione con la comunità straniera di Conegliano, espresso anche nelle parole del primo cittadino: «L'accoglienza è sempre stata una peculiarità del Comune di Conegliano per facilitare l'inserimento di persone differenti per cultura, ma in grado di arricchire la nostra comunità, sempre nel rispetto delle regole e del senso civico». Affermazione ripresa anche dal responsabile di “I care” Treviso, Gianni Rasera, che ha ringraziato l'amministrazione comunale e il sindaco, sottolineando come non sia facile «in questi tempi bui sentire da un primo cittadino della Marca parole di apprezzamento, di disponibilità e di amicizia nei confronti di chi viene da lontano e vuole integrarsi nel rispetto delle regole del paese che lo accoglie». Per il professor Dino Benacchio «le differenze etniche, religiose, culturali devono essere viste come una ricchezza; l'esempio più eclatante ce lo offrono i bambini della scuola che sanno convivere nel segno dell'amicizia e del rispetto. Non ci sono bambini africani, asiatici o europei, ma solo bambini». —
Lucia Collotto
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