Un trevigiano guida le missioni in Libia

E' Luca Tonello, comanda la superbase di Sigonella, l'«hub» sul fronte del Mediterraneo
A sinistra la base di Sigonella sopra velivoli della nostra Aeronautica Militare, a destra Gheddafi. La base siciliana è l’avamposto italiano di fronte alla drammatica crisi in Libia
A sinistra la base di Sigonella sopra velivoli della nostra Aeronautica Militare, a destra Gheddafi. La base siciliana è l’avamposto italiano di fronte alla drammatica crisi in Libia
 SIGONELLA (Catania).
Sono giorni febbrili, nella base di Sigonella: la più vicina alle coste del Maghreb, drammaticamente al centro dell'incandescente scacchiere mediterraneo. A capo di questa base c'è un trevigiano di 47 anni, il colonnello pilota Luca Tonello.
 «E' sufficiente posare lo sguardo sulla posizione di Sigonella per comprendere qual è la valenza di questa base» commenta il colonnello trevigiano, consapevole della situazione internazionale ma, per così dire, «preparato ad ogni evenienza». E subito puntualizza: «Non posso naturalmente divulgare informazioni relative alla base» - aggiunge cordiale.  Classe 1964, diplomatosi col massimo dei voti al liceo scientifico di Montebelluna (quand'era ancora in via Dalmazia), casa a Nogarè di Crocetta, il colonnello Luca Tonello è dal dicembre 2008 alla guida di una delle più importanti basi militari del Mediterraneo.  La posizione geografica la rende di primaria importanza strategica nella crisi libica davanti a tutte le opzioni, da quella umanitaria a quella militare. Nel primo caso la base è destinata a svolgere azioni di supporto a protezione del recupero dei profughi, nel secondo è destinata ad ospitare i caccia alleati che andranno a bombardare Gheddafi.  Sì, perchè l'opzione militare - se si verificherà - comporterà l'intervento di forze alleate, ma non di aerei militari italiani: l'Europa ce lo sconsiglia a causa del nostro passato colonialista in Libia.  La base di Sigonella, che nel 1985 fece litigare Bettino Craxi e gli americani, è chiamata per questo The Hub of the Med. Ospita la Naval Air Station degli Stati Uniti (il comando sulla VI Flotta della Marina Usa) e circa quattromila militari americani, oltre che millecinquecento colleghi italiani. «Ma la base è italiana a tutti gli effetti - spiega Tonello - gli americani usano questa struttura in base agli accordi internazionali». Giusto su questo punto si scatenò la cosiddetta «crisi di Sigonella» nell'ottobre 1985: i caccia americani costrinsero ad atterrare sulla pista siciliana - lunga tremila metri, dove possono atterrare i più grandi apparecchi del mondo - un aereo civile egiziano con a bordo i terroristi palestinesi che assaltarono la nave Achille Lauro e uccisero un cittadino americano. I marines Usa atterrarono pretendendo di catturare i terroristi, ma l'allora premier socialista Craxi oppose un netto rifiuto: «La base è territorio italiano».  Dentro la base ci sono scuole, un ospedale navale, la stazione radiotelevisiva, un centro commerciale, cinema-teatro, ristoranti, cappella e campi sportivi. Insomma, una piccola città. «Come comandante di questa base ricopro un ruolo di coordinamento tra le autorità italiane e quelle statunitensi» aggiunge Tonello, alle spalle oltre quattromila ore di volo di cui almeno duecento in teatro di guerra. «Sono stato in Iraq e in Bosnia - spiega - ho svolto azioni a Timor East e in Albania. E mi trovavo in Somalia nel giorno della cosiddetta battaglia del Pastificio». A Mogadiscio, il 2 luglio 1993, si trovò nella condizione di portare in salvo i feriti italiani del Checkpoint Pasta, in cui morirono tre militari italiani e una quarantina rimasero feriti.  «Da poco più di due anni comando questa base che è sede anche del 41esimo stormo dell'Aeronautica, il reparto che supporta la nostra Marina militare nelle azioni di mare» osserva. E infatti il 41esimo - che per un breve periodo, durante la seconda guerra mondiale, ebbe sede a Treviso - si chiama Antisom per il suo compito di pattugliamento marittimo nel Mediterraneo.  Figlio d'arte - «mio padre faceva il sottufficiale all'aeroporto di Istrana» - il colonnello Luca Tonello è partito presto per inseguire la carriera militare. Per molti anni è stato alla Brigata aerea di Pisa, poi le numerose missioni all'estero, sui fronti più «caldi» del pianeta, quindi un lungo periodo in Olanda, dove è diventato in pochi anni il numero 2 del comando interforze per il trasporto e il rifornimento in volo. Non un «top-gun», ma un navigato pilota con esperienza nel coordinamento del «supporto» ai nostri militari.  Nel 2000 Tonello è stato il primo pilota a portare i nuovi C130J dalla base di Marietta, sede della Lockheed, all'aeroporto militare di Pisa. «Torno di tanto in tanto a casa, soprattutto per stare vicino ai miei genitori - conclude - E' sempre un bel tornare, sono posti bellissimi. Ma la mia vita è qui».  

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