Un bosco di sei ettari al posto dei palazzi. “Rivoluzione verde” a San Giuseppe

Prima trattativa del genere tra Ca’ Sugana e una immobiliare: la Sant’Ambrogio rinuncia alla lottizzazione Sile

TREVISO. Un bosco da 60 mila metri quadrati a ridosso del Sile, nel cuore del quartiere di San Giuseppe, al posto di oltre 41 mila metri cubi di nuova edilizia residenziale. È questo l’obiettivo dell’accordo pubblico privato che stanno studiando Comune e Immobiliare Sant’Ambrogio. Un accordo rivoluzionario che oltre a trasformare l’area a ovest di Treviso creando un polmone verde difficilmente paragonabile con altri in città, metterà fine a un durissimo e spigolosissimo contenzioso sull’edificabilità dell’area cambiando i connotati a un quartiere da sempre vittima di traffico e smog. Per non parlare dell’aeroporto.

L’area e il contenzioso

Tutto nasce dalla proposta di accordo formalizzata dalla società immobiliare trevigiana all’amministrazione nelle scorse settimane. Sant’Ambrogio è proprietaria degli oltre 70 mila metri quadrati destinati dal Prg alla realizzazione delle lottizzazioni residenziali Sile 1-2-3 tra Strada Sant’Agnese e Sile. Nel 2011 la società ottenne il permesso a costruire sulla prima parte dell’area (Sile 1) a fine 2013 però, con la giunta Manildo, arrivò lo stop sulla base del piano di rischio aeroportuale che la passata amministrazione voleva attentamente valutare evitando edificazioni residenziali pericolose. Scattò un ricorso al Tar che diede sostanzialmente ragione alla Sant’Ambrogio ma alimentò nuovi ricorsi. Una grana a cui ora la stessa società ha offerto una via di uscita.

La proposta

Tutto si basa su principio della “compensazione” urbanistica. La Sant’Ambrogio ha proposto al Comune di rinunciare all’edificazione dell’intera area come previsto dal vecchio Prg (i 41 mila metri cubi), realizzando nella zona a sue spese un grande bosco da attrezzare volendo anche con percorsi pubblici; una concessione non gratuita, ma da ripagare con il mantenimento del diritto edificatorio ma trasformato in un “bonus volumetrico” da spendere altrove, o rivendere a terzi per ampliare altri interventi. Il “bonus” dovrà essere quantificato da un accordo tra Comune e società, così come dovrà essere chiarito come potrà essere sfruttato. Per l’urbanistica cittadina è però di certo una prima volta che potrebbe essere l’innesco di nuovi e importantissimi percorsi.

«Prima pietra epocale»

In Comune non si nasconde entusiasmo. Il sindaco Conte parla di «inizio di una rivoluzione verde per la città, che punta alla tutela del territorio», e nello specifico «un piano che segnerà la rinascita di San Giuseppe». L’assessore all’urbanistica Tassinari concorda: «Il piano va guidato e strutturato, quello approvato oggi è solo l’inizio dell’iter per definire l’accordo di trasformazione dell’area e quantificazione del “bonus”, ma di certo stiamo dando vita ad un processo urbanisticamente rivoluzionario nel segno della sostenibilità ambientale e della vivibilità della città, nel rispetto della normativa regionale». San Giuseppe sogna: Comune e privato dovranno provare a trasformare tutto in realtà. —

Federico de Wolanski
 

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