Uccide la madre e tenta di farla finita

CASTELFRANCO
Ha ucciso la madre con alcuni pugni e con un oggetto trovato in casa, l’ha lasciata in un lago di sangue, è andato in cucina, ha distribuito sul tavolo tutte le sue medicine e le ha assunte in una sola volta. Poi si è sdraiato a letto e ha aspettato. Il suo ultimo desiderio non è stato esaudito. La zia Vera è arrivata e li ha trovati. Immediata la chiamata ai carabinieri e la corsa in ospedale. La tragedia a Mandas, in provincia di Cagliari. Per Maura Carta, 58 anni, mamma dell’omicida, purtroppo non c’era nulla da fare. Vivo seppur gravissimo l’assassino, il figlio Ivan Putzu, 33 anni. Entrambi abitavano a Castelfranco fino a un anno fa. Entrambi erano stati candidati con la lista «L’Altra Italia» alle elezioni comunali del 2010. Maura era la compagna di Giovanni ’Aprile, il candidato sindaco dei meridionali. Ieri il dramma in Sardegna, dove era ritornata con il figlio sperando che la terra d’origine lo aiutasse a controllare la malattia. Ivan era un paziente psichiatrico. In cura al centro di igiene mentale aveva pestato la madre lo scorso maggio e per questo motivo aveva il divieto di dimora nella casa familiare. A ottobre era tornato per prendere i vestiti più pesanti, per il cambio di stagione ed era stato accolto dai carabinieri del paese. Nelle scorse settimane Ivan, già ospite di una casa famiglia era tornato in paese, ma non era andato a casa: bivaccava dove poteva, all’aperto o sotto un riparo di fortuna, sino a tre giorni fa quando la madre si era accorta della sua presenza e lo aveva riaccolto a casa, nutrito e curato; lunedì i due erano persino andati da un neurologo, nell’estremo tentativo di Maura di convincere il figlio ad assumere quelle medicine che avrebbero dovuto calmare i suoi istinti. Tra i due i rapporti erano conflittuali; lui era convinto che fosse la madre l’origine delle sue disgrazie, e più di una volta aveva manifestato intenzioni violente: «la odio, prima o poi l’ammazzo» che avevano spaventato non poco i parenti, meno gli operatori sanitari, e i servizi sociali del Comune di Mandas. Maura era vedova da tre anni e mezzo. Il marito, muratore, era scomparso nel 2008, quando lei e il figlio risiedevano a Castelfranco. Lei stava con Giovanni D’Aprile. Nel 2010 aveva deciso di far rientro a Mandas. «Se Ivan vuole tornare non posso lasciarlo da solo lì», aveva ripetuto alla sorella. Cinque anni fa, aveva perso l’altro figlio, suicidatosi a Bologna. Le condizioni psicofisiche di Ivan erano state verificate più volte, soprattutto dopo l’episodio di fine maggio quando il figlio aveva picchiato la madre; per quel fatto il giudice aveva disposto una perizia psichiatrica che aveva definito Ivan, affetto da disturbo bipolare e parzialmente incapace di intendere e volere. I carabinieri erano stati informati della pericolosità di Ivan, ma più che controllare l’applicazione del divieto di residenza nella dimora materna non potevano fare. Nel primo pomeriggio gli uomini del Ris hanno portato via dalla abitazione una sedia e un cuscino macchiati di sangue, più i flaconi di medicine usati da Ivan dopo l’omicidio.
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