Tupperware, diciotto anni ai 5 rapinatori

PONZANO. Avevano messo a segno una rapina alla Tupperware, ora la banda è stata condannata a complessivi 18 anni di prigione. Il colpo era stato messo a segno in via delle Industrie a Ponzano il 16 giugno scorso. Per Giuseppe Scelzo, 34 anni e unico campano del gruppo, difeso dall'avvocato Nicola Dotto, il gup Silvio Maras ha inflitto una pena di 4 anni di reclusione. Stessa sorte per i palermitani Antonio Salerno, 28 anni, e Carmelo Signorelli, 42 anni, tutti difesi dall'avvocato Mauro Serpico. È andata meglio, soltanto per quanto riguarda la quantificazione della pena, per i due incensurati del gruppo: Maurizio Caponetto, 34 anni, e Salvatore Girgenti, 35 anni, sono stati condannati a 4 anni e quattro mesi di carcere. Le difese hanno già preannunciato ricorso in appello contro la sentenza.
Un parente di Caponetto è stato arrestato nei giorni scorsi dagli uomini del Ros dei carabinieri per un’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose al Tronchetto di Venezia. Si tratta di Salvatore Caponetto coinvolto nell’indagine iniziata con le rivelazioni del boss della famiglia mafiosa dell'Acquasanta Vito Galatolo, che a Mestre è rimasto con la famiglia dall'ottobre 2012 fino al momento dell’ultimo arresto, il 23 giugno scorso. L’inchiesta e le indagini dei carabinieri del Reparto operativo speciale di Padova e Mestre hanno portato a una ventina di perquisizioni ad uffici e abitazioni di 11 persone, di cui otto sono indagate per concorso esterno in associazione mafiosa
Tornando al processo per la rapina a Tupperware, stando alle accuse, i cinque, considerati un gruppo di “trasfertisti”, travisati da passamontagna e armati con una pistola Smith&Wesson erano riusciti a scappare con un bottino di oltre 20mila euro. Al momento del blitz all’interno dell’azienda, al piano superiore, si stava svolgendo un corso di aggiornamento per i venditori: erano presenti almeno 40 persone. I rapinatori erano arrivati nel piazzale a bordo di un’auto risultata rubata lo scorso 5 aprile a Casale sul Sile. Quattro di loro (il quinto è rimasto all'esterno a fare da palo) sono entrati dalla porta principale e si sono diretti verso l’amministrazione trovando la contabile della Tupperware, una 41enne sorella della titolare, una venditrice 33enne intenta a versare del denaro e una 29enne che stava compilando dei moduli. Quest’ultima è stata presa in ostaggio (a processo, con l'avvocato Salvatore Cianciafara si è costituita parte civile ottenendo 3 mila euro di risarcimento).
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