Tumore all’ovaio, a Treviso Ginecologia punto di riferimento in Italia

Diagnosi precoce, chirurgia mininvasiva e terapie innovative a Treviso. Il primario Busato: «È fondamentale arrivare in tempo»
Agostini Treviso conferenza stampa ulss 9 servizio pronto soccorso
Agostini Treviso conferenza stampa ulss 9 servizio pronto soccorso

TREVISO.  Diagnosi precoce, chirurgia mininvasiva e terapie farmacologiche innovative. La Ginecologia del Ca’ Foncello si candida a diventare centro di riferimento nazionale per il trattamento del tumore all'ovaio. Una patologia subdola la cui incidenza è in continuo aumento.


Nella Marca le diagnosi sono più che raddoppiate nel giro di un anno. «Nel primo semestre del 2018 abbiamo operato un centinaio di pazienti, tra queste il 40% con tumore all'ovaio, spesso in stato avanzato. Se compariamo questi dati con quelli di tutto il 2017 possiamo affermare che i casi di carcinoma ovarico che abbiamo trattato nel semestre di quest'anno sono quasi due volte tanti rispetto all'anno precedente.

La fascia d'età più colpita va dai 50 ai 69 anni» spiega il primario Enrico Busato della Ginecologia di Treviso. Il suo reparto sta per ottenere la prestigiosa certificazione europea Esgo, che identifica le strutture specializzate nella cura di questa neoplasia. «Abbiamo lavorato per costruire un team multi-specialistico capace di valutare in tempi rapidi ogni paziente, creando dei percorsi personalizzati in cui la donna viene presa per mano. Grazie all'ambulatorio Iota possiamo effettuare ecografie mirate per valutare la malignità delle masse tumorali» sottolinea Busato.


Oltre al ginecologo l'équipe conta radiologo, anatomopatologo, chirurgo e una psicologa della Lilt. Quest'ultima è disposizione della paziente e dei suoi familiari per affrontare le implicazioni che la malattia porta con sé, temi delicati quali il desiderio di una maternità che deve essere accantonato o le difficoltà di coppia nel vivere la sessualità. In Italia, a fronte di 5.200 nuove diagnosi all’anno si stima che circa 50mila donne convivano con questo tumore senza saperlo. Aggressivo e spesso letale, resta un nemico da combattere perché i sintomi non sono chiari e quasi l’80% delle diagnosi avviene in fase avanzata, quando le possibilità di guarigione sono limitate. «L'importante, in caso di tumore all'ovaio, è arrivare alla diagnosi il prima possibile. Ogni donna esegua il pap test dello screening e una visita ginecologica con ecografia ogni due anni», consiglia il primario Busato.

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