Tuffi pericolosi a “Meschio beach” aggirando i divieti

VITTORIO VENETO. Il fiume Meschio non è balneabile, ma non c’è nessun cartello ad informare del divieto. Ed ecco che gli "Amici del fondon" stanno trasformando il tratto di corso d’acqua fra Savassa e Santa Giustina, nella parte alta della città, in particolare là dove il fiume lambisce il lago Restello, in una sorta di "Meschio beach". Dalle 10.30 alle 16, ragazzi e ragazze si tuffano per rinfrescarsi. Ma lo fanno anche signori “attempati”, come Michele Bastanzetti, conosciuto per il suo impegno nei quartieri e nell’ambientalismo. Attenzione, però, il pericolo c’è, ed è costante perché le acque del Meschio non superano la temperatura media gli 11 gradi e soltanto le strutture fisiche più resistenti riescono a nuotare per tempi lunghi. Non solo, i fondali sono a due metri e mezzo, talvolta tre, quindi c’è il rischio di toccare, per cui ci si tuffa calzando le scarpe da ginnastica o qualcosa del genere. Mancano trampolini e le rive sono stracariche di vegetazione, ma gli appassionati del nuoto libero ricavano dei pertugi, dove hanno improvvisato delle strutture per il lancio e, soprattutto, l’approdo. «Fondon è un’area circoscritta del fiume» spiega Michele Bastanzetti, che da decenni continua imperterrito a tuffarsi «in cui la corrente di forza ridotta ed il livello dell’ acqua consentono un’attività natatoria davvero rigenerante». D’altra parte, la tradizione è antichissima. Quando non c’erano le piscine e non si poteva andare al mare, i vittoriesi si recavano al Meschio per refrigerarsi e imparare a nuotare. «Esistevano fondon storici da Savassa a San Giacomo, attualmente quelli frequentati sono solo nella parte nord: zona ‘Dodese Pont’ verso il laghetto Negrisiola». I pericoli più frequenti, a parte la temperatura bassa, sono le alghe, i sassi taglienti o i cocci sul fondo. I ratti e le bisce d’acqua che arrivano a superare il metro e mezzo di lunghezza. Il rischio di leptospirosi, dunque, è in agguato. Bastanzetti, noto protagonista di comitati ambientali e circoscrizioni, sa bene che dopo queste ammissioni la vigilanza potrebbe ritornare lungo il Meschio, semmai davvero fosse mancata, e con le conseguenze sul piano sanzionatorio. Ed ecco la sfida: «Per multarci devono tirar fuori i regolamenti».
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