Truffatore di Treviso si finge onorevole per telefonare gratis

TREVISO. Da funzionari dello Stato del Vaticano a onorevoli della Repubblica Italiana. Per Stefano Ramunni, il re delle truffe, ed il suo giovane discepolo Giovanni Chiaramonte, 25 anni, non ci sono ostacoli o barriere che si possa frapporre alle loro mille identità. Lo hanno dimostrato in quei tre giorni in cui sono rimasti liberi, tra la scarcerazione di venerdì pomeriggio dal carcere di Santa Bona, dove erano stati rinchiusi dallo scorso gennaio, e la serata di lunedì, quando a Genova i carabinieri li hanno arrestati per nuovi episodi di furti d’identità. In particolare quella dell’onorevole veneziano del Movimento Cinque Stelle Alvise Maniero.
Ramunni e Chiaramonte, infatti, in quei tre giorni di libertà sono riusciti a falsificare una carta d’identità a nome del parlamentare veneziano e con quella si sono presentati in un negozio di telefonia di Genova nel tentativo di modificare il programma tariffario della compagnia telefonica del parlamentare aggiungendo un numero telefonico in loro uso per accreditare così a Maniero le loro spese telefoniche.
L’arresto di Ramunni (difeso dall’avvocato Fabio Crea) e del socio è stato messo a segno lunedì sera a Genova ad opera dei carabinieri. Tre le accuse che la procura contesta ai due “ladri d’identità”: possesso di documenti falsi validi per l’espatrio, tentata truffa e sostituzione di persona.
Ieri mattina a Genova s’è tenuta l’udienza di convalida dell’arresto. Il giudice delle indagini preliminari del tribunale ligure, ha convalidato l’arresto di Ramunni e Chiaramonte, nonostante la difesa, con l’avvocato Crea, avesse chiesto la scarcerazione in quanto per i reati contestati non è previsto l’arresto.
Ad incastrarli, però sono stati nuovamente due documenti a loro nome di funzionari diello Stato del Vaticano. Documenti palesemente falsi, secondo la difesa e quindi difficilmente utilizzabili. Non per il gip che ha deciso di tenere Ramunni e Chiaramonte dietro le sbarre per possesso di documenti falsi validi per l’espatrio. Quello della scarcerazione di Ramunni era diventato un caso nazionale dopo che ad esso s’era interessata la popolare trasmissione televisiva delle Iene su Italia1.
In un servizio andato in onda domenica, infatti, l’inviato Giulio Golia aveva scoperto, grazie anche ad alcuni suoi collaboratori, che appena usciti dal carcere di Treviso il duo Ramunni-Chiaramonte era andato in un Internet Point di Padova e lì aveva scaricato dati e codici fiscali di numerose persone tra cui quella del parlamentare veneziano maniero. Golia aveva perso per un soffio l’opportunità di intervistare Ramunni. Ma l’intervista è riuscito a farla lunedì sera, dopo averli rintracciati a Genova e prima che venissero di nuovo arrestati.
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