Treviso. Usl 2 contro i bulli da tastiera. «Chi diffama online verrà denunciato»

Querelati due pazienti per aver insultato i medici sui social. Benazzi: «Deriva inquietante, così fermiamo le fake news»

TREVISO. L’azienda sanitaria trevigiana sceglie la linea dura, da ora in poi contro gli haters fioccheranno le denunce. La prima querela è già partita nei confronti di un’utente che ha criticato via email l’operato dei medici del reparto di Medicina. A breve una seconda denuncia verrà recapitata a un paziente che ha screditato gli infermieri che si sono presi cura di lui. «Non accettiamo più offese e falsità che diffamano e infangano i nostri operatori. Abbiamo dato incarico a un avvocato di valutare i casi in cui sui social network viene gettato discredito contro i nostri lavoratori» mette in chiaro il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi.

LA NOVITA'


Un provvedimento che non ha eguali, deciso dai vertici dell’azienda sanitaria per arginare il clima sempre più avvelenato che dalle corsie ospedaliere filtra su Internet. Troppi insulti che schizzano fango contro i medici sui social network. Troppe ingiurie lanciate online da pazienti e familiari per criticare l’operato del personale sanitario. I leoni da tastiera se la prendono sempre più spesso con ambulatori e reparti, e non mancano di spiattellare sul web nomi e cognomi dei professionisti. Una situazione fuori controllo a detta dell’Usl di Marca che ha deciso di mettere un freno alla gogna digitale.

Da ora in poi agirà in punta di diritto. L’avvocato Federico Vianelli, esperto in materia, è stato nominato dall’Usl 2 per setacciare i commenti infamanti e portare in tribunale gli autori. A dargli man forte anche l’avvocato Luigi Fadalti. Il criterio di valutazione sarà oggettivo, garantiscono i vertici dell’Usl 2.

LA SQUADRA LEGALE

Verranno passati sotto la lente dei legali solo quei contenuti in cui i cittadini riportano su Internet «una rappresentazione falsa, distorta e non veritiera della qualità, dell’organizzazione e dei servizi resi dalla struttura ospedaliera». A rischio denuncia anche coloro che screditeranno il personale sanitario mettendo in dubbio «le competenze medico sanitarie, il lavoro svolto e la professionalità dei dipendenti dell’Usl 2».

Invettive e strali sui social non saranno quindi più tollerati, chi danneggia «l’immagine, la reputazione e il buon nome» dell’azienda sanitaria trevigiana rischia di finire davanti al giudice per rispondere del reato di diffamazione.

«Abbiamo deciso di combattere le fake news» prosegue Benazzi «troppo spesso accade che gli utenti che inveiscono sui social, una volta contattati da noi, ritrattino quanto riportato su Facebook. Ma non possiamo più permettere agli haters di denigrare i nostri lavoratori».

LA DECISIONE

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’email di un utente inviata lo scorso 26 novembre alla Regione Veneto denunciando le problematiche del reparto di Medicina e segnalando «disinteressamento da parte dell’Usl di Marca rispetto alle criticità segnalate». Da palazzo Balbi l’informativa è stata trasmessa ai vertici dell’azienda sanitaria che hanno provveduto alla verifica interna.

«Quanto segnalato dall’utente non era veritiero e ha leso ingiustificatamente e gravemente la reputazione di chi in quella realtà opera con grande professionalità e competenza» dice Benazzi. Nello scritto si intravede il reato di diffamazione, tanto che l’azienda sanitaria ha deciso di denunciare il paziente, nominando l’avvocato Vianelli per fargli causa.

LA DERIVA SOCIAL

Se è vero che i canali di dialogo tra Usl e pazienti sono stati rafforzati negli ultimi anni con tanto di casella email “Dillo al direttore” e totem-raccogli commenti all’ingresso di tutti gli ospedali veneti, oltre al tradizionale Ufficio relazioni con il pubblico, è pur vero che ai canali ufficiali c’è chi preferisce lo stillicidio online. E a chi ora teme il rischio di una caccia alle streghe, il numero uno della sanità trevigiana risponde: «Siamo di fronte a una deriva sempre più grave, con toni che scadono nell’ingiuria e nella parolaccia. Non possiamo più tollerare tutto questo».

Le critiche sono bene accette, se fatte attraverso i canali giusti e senza offendere, prosegue Benazzi, che ogni anno valuta 200 questionari lasciati dai pazienti nei totem e 250 email scritte al “Dillo al direttore”, mentre l’Urp segue direttamente qualche centinaia di segnalazioni provvedendo ad aprire un fascicolo ad hoc per ogni disservizio segnalato e ad appurare le versioni dei pazienti coinvolgendo anche primari, caposala e operatori chiamati in causa dall’utenza.

«Vogliamo migliorare e per questo abbiamo bisogno dell’aiuto dei nostri pazienti e siamo ben disposti a dialogare con loro, a recepire le critiche e i consigli» conclude Benazzi «ma non possiamo più tollerare dichiarazioni false e distruttive». —




 

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