Treviso. Morti e feriti in aumento sulle strade della Marca

TREVISO. Dopo un decennio di calo, le morti sulla strada in provincia di Treviso tornano ad aumentare. È quanto emerge dal report presentato al Sant’Artemio dal presidente Stefano Marcon sull’analisi degli incidenti del 2016. Sessantotto le persone che hanno perso la vita in 66 sinistri, un aumento quasi del 20% rispetto al 2015, quando i decessi erano stati 53. Aumenta anche il numero complessivo degli incidenti con feriti: 2.311, il 18,5% in più rispetto all’anno precedente; e ovviamente aumenta il numero dei feriti: 3.275.
Ma a preoccupare è soprattutto il trend, perché un anno nero può capitare, ma quando la linea del grafico conferma l’aumento per più anni, come in questo caso, allora c’è da interrogarsi. «Siamo preoccupati», conferma il presidente della Provincia Stefano Marcon, «le ragioni dell’inversione del trend sono principalmente due: scarsa manutenzione ed educazione, perché non abbiamo soldi per farle, e la distrazione dello smartphone mentre si è alla guida».
Scarsità di risorse che rischierà di portare alla chiusura di tre strade nelle prossime settimane: quella che porta a Cima Grappa, la strada che collega Sarmede e Rugolo, e via Forestuzzo ad Asolo; tutte soggette a smottamenti e frane; tutte che chiedono manutenzioni costose. E senza non è possibile garantire al sicurezza di chi le percorre. La Provincia di Treviso era, negli anni ’90, la maglia nera d’Italia, in quanto a croci sulla strada. Nel 1995 sulle strade della Marca morirono 189 persone, più di una ogni 2 giorni.
Poi dal 1998 iniziò il programma Strade sicure della Provincia, i sindaci cominciarono ad installare gli autovelox, le campagne sulle stragi del sabato sera iniziarono ad occupare anche la televisione; e i numeri sono iniziati subito a scendere. A Treviso più che altrove. Un andamento che ha toccato il suo record nel 2013, con 52 morti sulla strada.
Poi il dato ha ricominciato a salire: 56 nel 2014, 57 nel 2015, e 68 nel 2016. I veicoli oggi, come allora, più coinvolti negli incidenti mortali sono le automobili (58%), poi, e questa è l’altra novità significativa del report, ci sono le biciclette, con il 13%. Lo scorso anno sono morti 14 ciclisti a causa di incidenti stradali, nel 2015 c’era stata una sola vittima. Seguono i camion e le moto con il solo guidatore in sella (10%), mentre quando si trasporta qualcuno anche i motociclisti sono più prudenti (1%).
Le prime cause di incidente sono la fuoriuscita autonoma e lo scontro frontale-laterale. Trentaquattro delle 68 vittime del 2016 hanno perso la vita in questi due modi (il trend è simile anche per i sinistri con feriti), ad ulteriore conferma, secondo i tecnici della Provincia, che le ragioni dietro all’aumento delle vittime della strada vanno ricercate soprattutto tra le distrazioni alla guida. Per quanto riguarda i giorni invece poche sorprese. La domenica è il giorno in cui si sono verificati più incidenti mortali, 15; il conteggio parte ovviamente dalle mezzanotte, quindi gran parte di essi avvengono nella notte tra il sabato – in cui se ne sono verificati altri 9 - e la domenica. Questa è un dato costante, che almeno dal 2012 non subisce grandi oscillazioni. Stessa analisi vale per le fasce orarie, tra le 4 e le 5 del mattino, e tra le 18 e le 19 i due orari più a rischio.
La Provincia di Treviso nel suo report indica anche strada per strada il luogo in cui si sono verificati gli incidenti, e dalla mappa realizzata emerge che la zona ovest della Marca è quella in cui sono stati registrati più sinistri. Feltrina, Castellana, Pontebbana e Terraglio le arterie con più croci. Ma a parziale difesa della Provincai di Treviso, il dato sulla tipologia delle strade in cui sono avvenuti i mortali. Ad avere il triste record sono le statali: vi avvengono 8,2 mortali ogni 100 km, poi le regionali (6,45), le provinciali (2,48), le autostrade (1,92), e le comunali (0,22).
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