Treviso/Marco De Nardi, pizzaiolo

TREVISO. Tra i giovani che sono rimasti a Treviso e che hanno aperto una loro attività c’è Marco De Nardi.Carattere solare, estroverso, si iscrive alla facoltà di Scienze politiche a Bologna ma dopo due anni decide di tornare a Treviso per tagliare le spese di affitto, pensando di riuscire a continuare gli studi a distanza. Trova lavoro in una pizzeria take away proprio dietro casa e in quell’ambiente si sente più a suo agio che non sui libri. Dopo qualche esame andato male, decide di interrompere l’università e di dedicarsi all’arte della pizza.
«Per imparare non servono corsi professionali ma tanta buona volontà e una lunga gavetta». È come una catena di montaggio: il pizzaiolo impasta, l’aiutante condisce e l’ultimo arrivato inforna.
Dopo mesi di gavetta, Marco comincia a impastare le prime pizze ma la strada è ancora lunga per diventare un bravo pizzaiolo. «La difficoltà sta nel riuscire a fare tante pizze, tutte uguali, a ritmo sostenuto. I primi giorni non ero abituato e tornavo a casa con i muscoli indolenziti». A distanza di qualche anno Marco non solo acquisisce l’esperienza necessaria ma si guadagna anche la fiducia dei titolari che decidono di affidargli la gestione di un punto vendita alla periferia di Treviso.
Con la sua innata simpatia, e capacità di relazionarsi con i clienti, Marco fa lievitare il fatturato. A questo punto il suo sogno è quello di mettersi in proprio. L’occasione gli si presenta quando uno dei soci decide di lasciare e gli viene offerta la possibilità di rilevare l’esercizio. Fatti un po’ di conti con il commercialista e ricevuti i consigli su come gestire l’attività, Marco non si fa perdere l’occasione. «Ho sostenuto un investimento che verrà ammortizzato in quattro anni, ma sono contento della decisione presa. Ho assunto tre bravi ragazzi che mi danno un grosso aiuto, inoltre posso contare sull’appoggio della mia famiglia e questo fa una grande differenza. Mio fratello maggiore mi ha preparato un accurato business plan, mentre i miei genitori mi assistono nella parte amministrativa. Se fossi partito all’estero, come mi sarebbe piaciuto, avrei avuto più difficoltà invece qui non sono solo e so come muovermi nella mia città».
Il passaggio da dipendente a lavoratore autonomo comporta anche molti sacrifici, orari di lavoro più lunghi (Marco è impegnato dalle 11 di mattino alle 23), responsabilità e rinunce. «Non potrò concedermi le ferie estive perché luglio e agosto sono mesi di grande lavoro. Il tempo libero è pochissimo, prendo solo un giorno di riposo a settimana e quando non sono in pizzeria mi devo occupare dell’amministrazione e degli ordini».
Ma grazie al suo dinamismo e alla voglia di crescere, l’incremento di lavoro che si era prefisso c’è stato e in parallelo il relativo guadagno. «I nostri prezzi sono più bassi dei concorrenti e di questi tempi anche un euro fa la differenza». Inoltre il quartiere è in espansione. Quando pensa al futuro Marco dice che gli piacerebbe creare un angolo bar all’interno del locale e organizzare gli aperitivi. Insomma, le idee non mancano. E gli studi? Marco vorrebbe un giorno laurearsi, ma può considerarsi un privilegiato rispetto a tanti altri coetanei che nonostante la laurea non riescono a trovare lavoro.
Gloria Aura Bortolini
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