Botte e sesso imposto, barista violenta la moglie e finisce a processo
Il titolare di un locale a Treviso rinviato a giudizio per maltrattamenti in famiglia. Prima udienza a dicembre: la donna chiederà i danni

Maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e lesioni personali nei confronti della moglie. Sono le pesanti accuse da cui un barista trevigiano di oltre cinquant’anni dovrà difendersi in un processo a partire dalla prima udienza, fissata per l’11 dicembre prossimo, davanti al tribunale collegiale.
Il barista, titolare di un locale a Treviso, avrebbe sottoposto a continue minacce, violenze e vessazioni fisiche e psicologiche, riducendola a un regime di vita tormentoso, per non parlare dei rapporti sessuali che la costringeva ad avere con lui.
Le umiliazioni e le minacce a volte avvenivano anche davanti ai clienti: «Io ti ammazzo, ma se non riesco ad ammazzarti, ti faccio diventare matta e ti mando al manicomio», era una delle frasi che le ripeteva e che hanno indotto il giudice delle udienze preliminari Cristian Vettoruzzo a rinviarlo a giudizio.
I maltrattamenti si sarebbero protratti per tre lunghi anni: indicativamente da maggio del 2019 a dicembre del 2022. Frequenti erano anche i litigi che terminavano con vere e proprie aggressioni fisiche.
Il capo d’accusa parla di spinte, schiaffi, gomitate, pugni, calci, strattonamenti e prese per il collo. Il fascicolo dell’indagine è arricchito da un certificato medico, rilasciato dai medici del pronto soccorso dell’ospedale di Treviso che attesta contusioni guaribili in sette giorni provocato durante uno dei tanti litigi. La donna, che ha sopportato per oltre tre anni una situazione ormai ingestibile, accusa il marito di averla costretta in quattro diverse occasioni a subire rapporti sessuali non voluti.
Non solo, in un’occasione, nel novembre del 2022, un mese prima che le strade dei due si separassero definitivamente, l’uomo avrebbe aggredito anche la figlia della donna, avuta da una precedente relazione. Un fatto che gli è falso anche l’accusa di percosse.
Tra le fonti di prove, citate dal pubblico ministero Barbara Sabattini, che si è occupata dell’inchiesta, alla denuncia-querela presentata per la prima volta nell’aprile del 2022, sono allegate ben sei integrazioni di querela, oltre al certificato medico.
Cinque le persone che sono state sentite nel corso delle indagini dai carabinieri e che verranno con ogni probabilità risentite nel corso del processo. Si tratta di vicini ma anche di avventori del locale gestito dalla coppia.
All’udienza del prossimo dicembre, la vittima dei presunti maltrattamenti e degli abusi è pronta a costituirsi parte civile nel processo contro l’ex compagno (difeso dall’avvocato Michele Barzan). La difesa, rappresentata dal legale, l’avvocato Marcello Stellin, non ha ancora quantificato la cifra da chiedere.
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