Treviso, Lega contro Fratelli d’Italia: fratture nella maggioranza su Gaza e sicurezza

Caos politico a Treviso: la Lega vota con il centrosinistra sulla mozione per Gaza, Fratelli d’Italia abbandona l’aula. Crescono le tensioni nella maggioranza in vista delle elezioni 2025 e 2026

Andrea Passerini
Davide Acampora
Davide Acampora

Il sindaco Mario Conte, la sua lista e la Lega votano con il centrosinistra, mentre l’alleato della maggioranza si alza in blocco e lascia l’aula. Succede anche questo a Treviso, sulla mozione per Gaza presentata dal Pd.

Pochi giorni prima Davide Acampora, consigliere di FdI, aveva stroncato in commissione la mozione sulla sicurezza presentata dal presidente leghista Nicola Torresan confermando la sua linea anche di fronte al nome del suo capogruppo, Bertolazzi. Cose mai viste, nella Seconda Repubblica a Treviso dove pure è stato sindaco un politico sui generis come Gentilini.

Siamo ai Fratelli (e Lega) coltelli. Un giorno sì e uno anche, si litiga, ieri il sindaco Conte ha punzecchiato Acampora – ancora lui – per aver proposto zone rosse più estese con una nuova denominazione. Con il meloniano che lamenta di non aver potuto parlare in consiglio. «Le zone rosse non si fanno a caso per prendere qualche voto in più», ha detto Conte, «e comunque si rivolgano al prefetto».

E poi le scintille Crea- Conte sulla sicurezza, la lega che impallina lo stesso Acampora, nella commissione fiere votando Ciamini... di tutto di più, come dice un celebre spot. Conclamato: qui nel capoluogo Lega e FdI possono sorridere e alzare i pollici, ma on si “prendono”, e la Lega non intende lasciare il passo ai meloniani in assoluto arrembaggio in vista di regionali 2025 ed amministrative 2026. Già; domani dovrebbero governare uniti la Regione, vincesse la coalizione di centrodestra con i nuovi rapporti di forza.

A sentire gli alleati, tutto va ben («madama la marchesa»?). Christian Schiavon, capogruppo della Lega: «Noi siamo sempre compatti, anche in voti di coscienza come quello su Gaza», premette, «sulla scelte altri non ci permettiamo di entrare, e lo stesso vale per divergenza interne ad altri partiti. Sicurezza? Non siamo noi il problema, la giunta sta facendo bene, ci sono i disagi per i grandi cantieri, ma fra un anno la città vivrà un nuovo splendore».

Dice tutto che Conte, per sostenere la mozione Pd – appello per il cessate il fuoco immediato; liberazione degli ostaggi; rispetto dei diritti umani; apertura dei corridoi umanitari nella Striscia – abbia citato la Treviso bombardata del 1944 e la motivazione della medaglia d’oro alla città dopo la Liberazione.

Ma Conte, con la bacchettata ad Acampora di ieri, implicitamente risponde anche agli altri big di FdI che chiedevano di estendere la zona rossa, specie in via Collalto: il consigliere Ciamini, l’avvocato Crea, la coordinatrice cittadina Marina Bonotto, che la auspicava pure a Santa Bona.

A proposito di quartieri, in Lega non hanno affatto digerito ancora l’attacco del coordinatore del controllo di vicinato a Sant’Antonino, feudo di Zampese: «Tante promesse, ma dalla giunta niente fatti da un anno», aveva detto Claudio Balsimelli, ex ultras e vicinissimo agli ambienti di Prima ai trevigiani, la destra anima forte di FdI. 

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