Treviso, la movida en plein air: è rinata la Nea del martedì, folla anche al Sottovento

TREVISO. Folla in riva al Sile dalla Nea di Silea il martedì: due anni dopo, è tornato uno degli appuntamenti classici dell’estate, grazie alla sinergie del locale con lo staff del Dump che in estate lascia la galleria Bailo e si reinventa outdoor. L’altro ieri c’è stato riposo, per il Ferragosto imminente, ma il calendario dei martedì sin qui ha fatto boom, con folla crescente ad ogni appuntamento: a migliaia lungo il fiume, fra dj set e beverage.

E tutto esaurito anche il mercoledì al Sottovento, sulle sponde del laghetto Antille fra Monigo e Castagnole. Il format si chiama “In Riva”, creato da Marco e Francesca che da 4 anni hanno rilevato l’ex Fresco d’estate.

Sono due segnali forti dell’estate 2019, in un anno veramente strano, se non pazzo, per il settore dei locali pubblici e dell’intrattenimento. Meteo, congiuntura economica, volubilità della clientela – ma anche il boom di festival e rassegne e le norme stringenti sulla sicurezza – stanno mandando a rotoli ogni certezze e convinzioni degli operatori, anche dei più affermati e di tendenza. Ma freschi e chioschi sembrano tenere, così come le sagre, che tornano. Non è un caso che altre situazioni estive abbiano cambiato look, puntato non solo sulla sera ma anche sulla fascia dell’aperitivo.

Il plein air tira anche in un difficilissimo 2019. E così, è stata rilanciato la sfida al Lago Verde, ai confini tra Treviso Silea e Casier, immerso nel verde. La gestione di Lorenzo Pavan ed Ellen ha rinnovato il vecchio chiosco, creando una piccola oasi, che si estende adesso al retrostante laghetto, verso la passerella dei Burci. In città, c’è il Bistrò sulle mura, che punta su feste, dj set ed esibizioni live, altro fenomeno di questi ultimi tempi in locali e pub anche d’inverno: nella location delle mura cinquecentesche si spaia dell’aperitivo notte fonda. I conti si faranno a fine estate – e per i locali a fine anno – ma intanto il settore si interroga.
C’è chi la mette giù dura, come Carlo De Zotti, anima di Time to Lose: « Ci sono meno giovani, più locali e meno soldi a disposizione: facile capire perché non si vedano i fenomeni del passato. E’ un momento di profonda evoluzione». Dietro i banconi con muri di folla davanti, i barman e i titolari sono certi: «Checché se ne dica, i ragazzi oggi consumano meno alcolici delle generazioni precedenti: basta con i tour infiniti, si va a tappe mirate. Di qualità più che di quantità». E le cause? «Diverse: Un po’ per soldi, un po’ per stile di vita, un po’ per le patenti da salvare».
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