Treviso, gli iper cercano addetti: «Non troviamo giovani»
Ma quelli rifiutati da Tosano a Colle Umberto protestano: «Siamo preparati ma non ci vogliono»

TREVISO. Dai cartelli della Rotas, affissi lungo la tangenziale di Treviso per cercare periti e ingegneri, alle lamentele di Anerio Tosano, proprietario del nuovo supermercato di Colle Umberto che non trova quaranta commesse, la Marca del lavoro è sempre più schizofrenica. Perché domanda e offerta non si incontrano, anzi, si allontanano a ogni episodio di più. Il mondo produttivo chiede uno sforzo ai giovani, che secondo Unindustria preferiscono farsi a umiliare a un talent show per cuochi anziché sudare in fabbrica (punzecchiatura della presidente Maria Cristina Piovesana), e che secondo la Camera di Commercio (intervento del presidente Mario Pozza, ieri) di lavorare il sabato e la domenica non avrebbero proprio voglia. Per questo i supermercati faticano a garantire turni di apertura sempre più ampi, e in previsione delle festività bar e ristoranti temono di andare in sofferenza.
Chiusi a Natale.
A Treviso baristi e ristoratori in questi giorni stanno bussando alle porte della Camera di Commercio per chiedere aiuto: «Stanno per iniziare le festività natalizie e non troviamo dipendenti. Siamo costretti a fare contratti provvisori agli studenti, perché chi è disoccupato e potrebbe lavorare non vuole farlo la domenica e nei giorni festivi». La contestazione sarà sempre la stessa: non sarà che le condizioni di lavoro offerte sono poco appetibili? «Conosco nei dettagli il caso di un altro supermercato trevigiano, una grossa catena, che da mesi offre lavoro con regolare contratto del commercio» spiega Mario Pozza, presidente Camera di Commercio Treviso e Belluno, «significa che sono previsti tredicesima, quattordicesima e un buon salario medio. Non trova addetti perché i ragazzi non vogliono lavorare il sabato e la domenica, oppure non vogliono iniziare alle 4 della mattina il turno in magazzino». Il problema in questi giorni si sta spostando quindi ai pubblici esercizi, che - sempre secondo i colloqui intercorsi con la Camera di Commercio - ora hanno bisogno di un’iniezione di forza lavoro che non arriva. «Tra pochi giorni iniziano le aperture 24 ore su 24» continua Pozza, «gli esercenti, ma anche i titolari di negozi, sono preoccupati di non riuscire a garantire il servizio per Natale. I cartelli “cercasi commessi” sono ovunque, vale per i bar come per le fabbriche, il lavoro manuale vogliono farlo soltanto gli stranieri».
Commesse infuriate.
Sul caso di Colle Umberto, l’ultimo di una lunga serie, al signor Tosano dell’omonimo supermercato in queste ore fischiano le orecchie. Perché le “non-commesse”, quelle che lui cerca ma non trova, gli hanno risposto per le rime. «Ho fatto il colloquio a Colle Umberto ai primi di novembre», racconta L. C., 47enne di San Vendemiano, «mi hanno chiamato direttamente da Tosano Cerea Srl, sembrava andasse tutto bene, pensavo di essere assunta». L’aspirante commessa sperava proprio in un posto di lavoro al nuovo Iper di Colle Umberto. «Il giorno dell’apertura», racconta, «mi sono recata al punto vendita e ho visto che avevano preso solo persone giovanissime. Nel mio curriculum i requisiti c’erano tutti. Il punto è che cercano personale ventenne che abbia esperienza. A questo punto basta dirlo e non prendere in giro le persone. Non è vero che non trovano commesse». La signora 47enne, con un figlio già grande, era disposta a lavorare sabato e domenica. «Provengo da un’attività privata nel campo della pasticceria e gelateria», spiega, «per cui non conosco Natale, Pasqua, Ferragosto e i prefestivi. Ho dato la disponibilità full time». Al colloquio hanno detto all’aspirante commessa che la paga base era di 1.050 euro per 39 ore settimanali e che gli straordinari sarebbero stati pagati a parte. Le era stato proposto di lavorare nel reparto panificazione - pasticceria. «Un imprenditore può fare le scelte che vuole, ci mancherebbe», ragiona L.C., «ma mi ha fatto arrabbiare che dicano che trovano dipendenti e che il territorio è ricco. Qui c’è invece tanto bisogno di lavorare». Un’altra voce di protesta è quella di Diego, 44 anni, residente nel Solighese, qualifica professionale di addetto alle vendite, ha mandato il curriculum parecchio tempo fa a Tosano ma non gli è arrivata alcuna risposta. «Mi sono sentito offeso e scandalizzato per le parole del signor Tosano», spiega Diego. «Il signor Tosano avrebbe dovuto essere onesto e dire: non riesco a trovare quello che voglio io. Quelle uscite mi hanno fatto indignare, da Veneto e da lavoratore. Se avesse detto che non riesce a trovare apprendisti giovani che si adattano a lavorare il sabato e la domenica avrei capito. Ma doveva essere onesto intellettualmente e dire le cose come stanno».
Andrea De Polo
Francesca Gallo
Argomenti:lavoro
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