Treviso: ex comandante del Corpo forestale sotto inchiesta per concussione e truffa

TREVISO. Avrebbe ottenuto da un commerciante 2.500 euro per finanziare l’organizzazione di una cena di rappresentanza e lo avrebbe poi indotto ad emettere una fattura di fornitura fittizia di materiali (mai consegnati) da poco meno di 4.500 euro per regolarizzare una fornitura effettuata al Corpo forestale dello Stato da parte di un altro imprenditore che non poteva negoziare con la pubblica amministrazione.
Non solo, dai responsabili di un ex vivaio forestale della Regione Veneto si sarebbe fatto consegnare piante di vario genere che poi avrebbe dispensato come regali a conoscenti. Sono solo alcune delle accuse di una maxi inchiesta della procura della Repubblica di Treviso che ruota attorno all’ex comandante della stazione del Corpo forestale di Valdobbiadene e responsabile della sezione cinofila di Volpago del Cfs, Tiziano Padovan, 62 anni di Crespano.
IN 7 SOTTO INCHIESTA
Sette le persone indagate. Oltre al comandante della Forestale, c’è il legale rappresentante della “Max Ornithology” di Loria Massimo Boaro, 54 anni, un commerciante di Noale, Luciano Criconia, 67 anni, i responsabili dell’attività vivaistica e gestori dell’ex vivaio forestale “Onè” di Crespano della Regione Veneto, Saverio Torresan, 59 anni di Crespano, e Maurizio Mocellin, 62 anni di Borso del Grappa. Chiudono la lista degli indagati un autista di una grossa azienda trevigiana di calcestruzzi e asfalti Radames Visentin, 54 anni di Levada di Pederobba, e Andrea Mancini, 43 anni di Trevignano.
17 CAPI D’ACCUSA
Sono complessivamente 17 i capi d’accusa, contestati a vario titolo ai sette indagati finiti sotto inchiesta da parte del sostituto procuratore Anna Andreatta. Alcuni reati pesantissimi come la concussione, l’induzione indebita a dare o promettere utilità, l’abuso d’ufficio ed il peculato. Altri come la truffa aggravata, il falso e la ricettazione. L’inchiesta, risale ai primi del 2018, pochi mesi dopo il passaggio del Corpo forestale all’Arma dei carabinieri. L’indagine è partita dopo il passaggio all’Arma quando, secondo quanto contesta la pubblica accusa, da parte del principale indagato, Tiziano Padovan, vi sarebbe stata la necessità di regolarizzare il “magazzino” della Forestale prima che l’inventario potesse far emergere eventuali anomalie.

FATTURE GONFIATE
Non a caso, il pubblico ministero Andreatta contesta a Padovan di aver indotto Boaro, gestore di un negozio di animali di Loria, ad emettere una fattura per la fornitura fittizia di materiali al Corpo forestale da quasi 4.500 euro (beni, per il pm, mai consegnati da Boaro al Cfs) per regolarizzare una fornitura effettuata al Corpo forestale da Luciano Criconia, commerciante di abbigliamento e accessori militari di Noale, che non poteva negoziare con la pubblica amministrazione. Padovan, come responsabile del comando cinofilo del Cfs di Volpago, e Boaro sono anche accusati di truffa per l’emissione di una fattura “gonfiata” riguardante la vendita di beni al Corpo a prezzi superiori rispetto a quelli di mercato: in altre parole, la pubblica amministrazione ha liquidato al commerciante di Loria una fattura da quasi 6.200 euro a fronte della consegna di merce per un valore di 1.500 euro.
CIBO PER CANI scontato
Padovan è accusato anche di peculato. Secondo la procura avrebbe venduto in varie occasioni al prezzo di 25 euro sacchi di mangime per cani nella disponibilità del comando cinofilo della Forestale di Volpago e del valore reale di 50 euro a Radames Visentin e allo stesso Boaro.
PIANTE IN REGALO
Accusati di peculato, oltre a Padovan, anche Saverio Torresan e Maurizio Mocellin, questi ultimi chiamati in causa come gestori dell’ex vivaio forestale “Onè” della Regione Veneto a Crespano. Il pm Andreatta contesta loro di essersi appropriati di piante “autoctone” coltivate nell’ex vivaio forestale (tra essi carpini, frassini, noci, viburni e aceri) consegnandole personalmente a Padovan o consentendo a questi di accedere liberamente all’ex vivaio e di prenderle, per poi regalarli a conoscenti.
agente “FATTORINO”
Tra gli episodi curiosi, la procura di Treviso contesta a Padovan anche l’abuso d’ufficio perché, come comandante della stazione carabinieri forestali di Volpago, nel novembre del 2017, avrebbe ordinato ad un sottoposto, impegnato nel disbrigo di pratiche in ufficio, a sospendere il suo incarico per recarsi nella casa di un cittadino privato di Volpago per prendere fusti di vino e di birra ed una bombola per portarli personalmente al gestore di un ristorante di Trevignano.
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