Treviso, cimiteri al collasso: oltre 80 urne senza sepoltura in loculi condivisi

Da un anno le tombe collettive nei cimiteri di Santa Bona e San Lazzaro accolgono urne cinerarie in attesa di una sepoltura degna. Ritardi nei lavori promessi dal Comune: centinaia di famiglie costrette a condividere lo spazio del lutto con sconosciuti

Federico De Wolanski

Un anno fa i nomi scritti nella lista appesa con lo scotch su una delle lapidi nel cimitero di Santa Bona erano una dozzina. Oggi sono oltre ottanta, e l’elenco non è più affisso solo su uno dei loculi riattato a ossario di gruppo nel cimitero di quartiere, si allunga anche a San Lazzaro, dove negli ultimi dodici mesi le tombe che sono state convertite a “tumulazioni provvisorie” collettive sono ben tre. Tutto perché i lavori di ampliamento degli spazi nei due cimiteri trevigiani sono a rilento, o non sono nemmeno iniziati.

Si chiamavano Quirino, Lucia, Giulia, Iolanda, Aldo. Erano anziani e giovani, morti tra i tanti, ma diversi da tutti gli altri perché da un anno a oggi senza uno spazio intimo sul quale essere vegliati e pianti da familiari e amici. La lista si è allungata settimana dopo settimana, affollando di urne cinerarie quelle tombe usate come deposito, loculi davanti ai quali oggi si allarga una distesa di piante e fiori lasciati da famiglie che on si conoscono, ma condividono incredibilmente uno strettissimo spazio di lutto.

Le pietre che chiudono i loculi sono ormai tappezzate dalle fotografie dei defunti, le une vicino alle altre, estranei affiancati come fossero parenti; un’immagine di incredibile potenza emotiva non fosse la rappresentazione plastica e vergognosa di un problema ancora irrisolto.

Quando il nostro giornale denunciò la crisi dei cimiteri e la mancanza di ossari che aveva dato vita al primo loculo di gruppo era giugno dell’anno scorso. L’amministrazione ammise il problema: «mancano spazi, ma risolveremo». Ci vollero però tre mesi abbondanti per redigere la variante di bilancio capace di finanziare gli interventi previsti per ampliare la disponibilità di ossari e loculi nei due cimiteri: 480 mila euro circa. Era l’autunno, ma per affidare i lavori si arrivò fino a gennaio.

Due gli interventi previsti: la realizzazione di un nuovo padiglione di loculi e ossari nel cimitero di Santa Bona e la costruzione di un nuovo set di ossari prefabbricati all’interno delle strutture del cimitero Maggiore. Per il primo intervento si erano stimati 120 giorni di lavoro, già trascorsi senza che l’opera sia finita. Per il secondo cantiere invece bastavano «45 giorni naturali e consecutivi» dalla data dai consegna dei lavori, ovvero fine gennaio, ma l’intervento non è nemmeno iniziato e a San Lazzaro sono poco meno di sessanta i defunti che aspettano una sepoltura onorevole. I parenti li piangono in silenzio, alle volte spalla a spalla con perfetti sconosciuti che guardano la stessa lapide con ricordi diversi. Tante le telefonate fatte per chiedere «quanto, finalmente, potremo avere un ossario».

Le risposte son sempre state rinvii, rimpalli, braccia allargate e levate di spalle. «Così non è onorevole né giusto» diceva ieri una madre mentre pregava davanti al ritratto della figlia morta incastrato tra altre venti fotografie.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso