Treviso, c'è disaccordo sulla viabilità: «Terraglio Est con la rotatoria e adeguata rete ciclopedonale»

La Lega cittadina punta i piedi, forte irritazione contro l’intervento della Provincia Pressing su De Checchi: ospedale e palestra siano raggiungibili dalla ciclabile
La rotatoria sotto la tangenziale non vede allineati Comune e Provincia
La rotatoria sotto la tangenziale non vede allineati Comune e Provincia

TREVISO. Il Terraglio Est è nato per collegare il Passante e la tangenziale di Treviso; per far respirare lo storico Terraglio (e anche Dosson dove nel frattempo l’arteria finisce); e per completare un reticolo in tutto il quadrante Sudest del capoluogo, anche alla luce della nascita della cittadella sanitaria.

Ma sta di contro “scollegando”, sul piano politico e amministrativo, la Lega e la maggioranza di Ca’ Sugana con la Provincia guidata da Stefano Marcon. La correzione dell’ente di Sant’Artemio sulla rotonda prevista dal Comune appena sotto lo snodo fra la nuova strada e la tangenziale - dovrebbe anche essere di servizio a una futura lottizzazione - non è andata giù a diversi consiglieri comunali, anche a qualche big del partito.

Sia nel merito che nel metodo, a quanto sussurra Radio Lega. La corsia di accumulo proposta in alternativa dalla Provincia viene ritenuta «insufficiente» dalla maggioranza, che insiste per la rotatoria.

E su questa base tecnica si aggiungono altri mal di pancia e irritazioni, a cominciare dalla rete ciclopedonale attorno all’arteria. Dicono che diversi consiglieri abbiano tirato la giacca da tempo sia al sindaco Mario Conte che al vice Andrea De Checchi, delegato alla viabilità, chiedendo lumi anche alla mobility manager Michela Mingardo.

C’è chi teme ulteriori effetti sul quartiere di Sant’Antonino, feudo dell’assessore Sandro Zampese; chi non ha gradito l’intervento della Provincia, pensando di doversi confrontare solo con Veneto Strade; chi lamenta un’inadeguata copertura del territorio per pedoni e ciclisti, ed invoca collegamenti supplementari fra ospedale e Sant’Antonino come dice il Pums (il Piano urbano della mobilità sostenibile della giunta Conte), ma anche fra la ciclabile di servizio al Terraglio est e la palestra di Sant’Antonino.

«I soldi vanno spesi bene, non creando zone chiuse o isolate nel quartiere ma investendoli al servizio di Sant’Antonino e dei suoi cittadini, ma anche a quelli di altre zone vicine», dice uno dei consiglieri che guida la protesta, e che ha percorso sinora le vie istituzionali all’interno del Comune.

«Se qualcuno pensa di fermare a un certo punto la ciclabile, indispensabile per collegare tutte le aree di qua e di là della nuova strada, non ci siamo». Come se non bastasse, altri esponenti della maggioranza temono ripercussioni sui tempi di realizzazione. —


 

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