«Treviso capitale della prostituzione»

Treviso e Udine erano le «capitali» della prostituzione nel Nord est Italia con un centinaio di alloggi. Ma la “rete” proponeva escort in tutto il Triveneto e anche in Spagna e Brasile. A far scoprire ai carabinieri questo business, sono state le indagini sull’assassino della balestra, quel Ramon Berloso (poi morto suicida in carcere) che prima di essere arrestato aveva ammazzato due prostitute contattate proprio attraverso questi siti “specializzati” che sono stati poi tutti oscurati. Per curare i rapporti tra i siti e le inserzioniste, i gestori dei siti facevano affidamento anche ad alcuni “agenti” che avevano delle zone di competenza e poi si intascavano parte del ricavato che molto spesso veniva versato su apposite poste-pay.
Tra le squillo che utilizzavano il canale telematico per farsi contattare dai clienti, c’erano anche volti noti di reality show televisivi, ma pure cassintegrate e mamme insospettabili.
Per questa inchiesta il 55enne di Silea, Daniele Zuliani, ha patteggiato una pena a un anno e 4 mesi di reclusione (con la sospensione condizionale), oltre a 400 euro di multa, per l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Con la stessa accusa sono stati invece rinviati a giudizio il 53enne di origini sarde, ma residente a Udine, Pietro Bolzanello, il 59enne udinese Alessandro Bramante e il 68enne Benedetto Zabeo. Secondo la Procura i quattro si sarebbero arricchiti “affittando” degli spazi in diversi siti internet o curando e consentendo la pubblicazione di annunci talvolta correlati da servizi fotografici che ritraevano donne in atteggiamenti inequivocabili. Gli annunci contenevano messaggi più o meno espliciti per l’offerta di prestazioni sessuali. Prostituendosi in casa le escort avevano la necessità di farsi pubblicità.
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