Treviso: arrivano i rimorchiatori il Barcone sul Sile se n'è andato

TREVISO. Il Barcone ha iniziato la sua discesa lungo il Sile, il viaggio di addio a Treviso dov’era ormeggiato dal 2003 e dove ha visto svanire anno dopo anno il sogno che lo voleva locale di grido sull’acqua. «Mollate gli ormeggi», l’avventura è finita. Ne inizia un’altra, stavolta il Laguna, dove una cooperativa di inserimento lavorativo pe disabili sogna di riportare luce e folla da i tavoli del ristorante galleggiante.
La spedizione per riportare la vecchia “Clodia” (questo il nome dell’imbarcazione classe 1905) nelle acque che ne videro il varo, tra Chioggia e Marghera, è iniziata ieri mattina all’alba quando due rimorchiatori e un motoscafo della Trasmar hanno iniziato a risalire il Sile dopo aver attraversato la Laguna da Marghera fino al canale che conduce a Portegrandi. Le imbarcazioni avevano inizialmente stabilito di fare rotta su Treviso per il 18 dicembre, ma il viaggio è stato anticipato ed è partito spinto dalla sciroccata.

«Si lavora meglio con un po’ di gelo in meno» ironizzavano ieri sulle imbarcazioni che hanno anche dovuto fare i conti con un guasto dovuto alla collisione dell’elica di uno dei rimorchiatori con una tronco subacqueo tra Quarto D’Altino e Casale.
Sono arrivate alle chiuse della centrale elettrica di Silea alle 15.30. Ad attenderli il responsabile della struttura che ha attivato le paratie e riempito la grande vasca di risalita esattamente come fece nel 2003 quando il Barcone venne portato a Ponte Dea Goba. «Ho ancora la fotografia di quando lo ormeggiammo all’altezza del porto di Fiera in attesa dell’ultima risalita fino a Treviso» raccontava ieri mostrando una fotografia dell’ormeggio fatto allora.
Inutile dire che il traffico di barche a motore sul Sile, tra Silea e Treviso, dove praticamente non se ne vedono mai, ha attirato vari curiosi: runner, persone in passeggiata, nonne con bambini che si sono fermati ad osservare il transito della piccola (ma potente) spedizione della Trasmar che risaliva il fiume. «La parte più delicata sarà ora uscire dalla conca di Ponte Dea Goba» diceva ieri Alessandro Scarparo, responsabile della Trasmar, «alla barca è stato tolta la tettoria sopraelevata che era stata fatta per il ristorante... ma passa sotto l’arcata proprio per un soffio». A lui e agli altri marinai l’onere di trainare il Barcone fino alle chiuse di Portegrandi e da lì, se passerà, fino a Torcello e poi a Fusina dove entrerà in cantiere il restyling che lo riporterà ad essere un ristorante galleggiante pronto per lavorare di nuovo. Dove? Tra Pellestrina e Chioggia dove la cooperativa “Titoli Minori” lo utilizzerà per promuovere la cucina del territorio e l’integrazione di persone con disabilità.
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