Treviso, arrivano 138 migranti all’hotel Carletto

Privato lo affitta per ospitare 138 persone, via libera dalla Prefettura. Manildo insorge
agostini agenzia foto film treviso hotel carletto via selvana
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TREVISO. Centotrentotto nuovi profughi a Treviso. All’ex hotel Carletto, il parallelepipedo vuoto di via Bibano, a Selvana, chiuso da quattro anni dopo il fallimento.

Alle porte della città, un altro grande centro di accoglienza dei migranti. Una «bomba», politica e amministrativa per il capoluogo, destinata forse a segnare una svolta in tutto il sistema dell’accoglienza su scala provinciale: Manildo è andato su tutte le furie, perché non ne sapeva nulla. Ed è probabile che a questo punto il Comune di Treviso ponga il caso di una distribuzione sempre più concentrata: nel solo capoluogo siamo a quasi 800 profughi, sui 1.650 che saranno presenti una volta ammesse anche le offerte presentate ieri.

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Il bando era stato aperto per 830 nuovi posti letto, con uno stanziamento ad hoc di 6 milioni di euro. Che nascono da questi conti: 34,41 euro di quota base per ogni profugo, per 214 giorni da qui a fine 2016. Le offerte pervenute hanno frustrato le attese della Prefettura e in primis del prefetto Laura Lega: solo 4, tutte ammesse anche se due dovranno integrare documenti e certificati. Coprono 334 posti, ma solo teoricamente: di fatto solo 161 sono nuovi posti letto rispetto all’attuale situazione. Il quadro complessivo resta emergenziale, dunque, nella Marca. Mancano all’appello ancora quasi 500 posti. Ma sono cifre che scompaiono, di fronte al colpo di scena che riguarda il capoluogo.

L’ex hotel è destinato ad accogliere 138 profughi, nelle sue stanze abbandonate. «Restituiamo alla città un immobile, lo recuperiamo dal degrado», si è limitato a dire ieri in prefettura Gian Lorenzo Marinese, responsabile di Nova Marghera Facilities. Era l’unico, con una collaboratrice, ad assistere all’apertura della buste. Nessun commento sull’impatto sociale e politico amministrativo del progetto. «Lasciamo lavorare serenamente la commissione prefettizia», ha concluso Marinese all’uscita.

Il progetto «ex Carletto» è firmato da Nova Marghera Facilities (84,70% delle quote) in associazione temporanea d’impresa con la Cps (15,30%), cooperativa provinciale servizi, che fa capo a Paola Mason. Formalmente è una nuova ati, rispetto a quella che gestisce la ex Serena, dove Nova Marghera e Cps sono insieme a Venezian Pasti.

Nova Marghera e Cps accoglieranno poi altri 49 profughi (e non più 80) all’hotel Winkler a Vittorio Veneto, in via San Floriano. Per una contropartita totale, fra Treviso e Vittorio Veneto, di 1,377 milioni di euro.

La cooperativa Hilal, invece - referenti Lisa Gasparini e Abdallah Kezraji – si è impegnata ad ospitare 120 profughi, così suddivisi: 10 in via Terraglio a Treviso (casa in affitto), 85 a Mogliano in via Zerman (affitto), 6 a Camalò (dal professor Calò), 12 a Villorba in via Capitello, e 7 a Salgareda, in via Vittorio Vento 74 (casa in affitto). Importo di 850 mila euro.

L’ati orizzontale «Una casa per l’uomo» di Montebelluna (52%) e consorzio Restituire, (48%) - referente Giorgio Gallina - si è impegnata poi ad ospitare 23 migranti. Di questi, 5 a Vedelago in due case (via Postumia 52 e via Molini 17), altre 7 a Valdobbiadene in via Erizzo, 5 a Quinto in via Zagaria e 6 a Morgano in via Badoere 6. Solo queste due ultime sono realmente disponibilità nuove. E hanno una caratteristica: una di questa sarà interamente destinata a profughe, una casa dunque rosa. Infine, la cooperativa veneziana Gea conferma i suoi 4 posti a Villanova di Istrana.

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