Treviso, a scuola di “lavoretti” dimenticati: lavo, stiro e rammendo

Sette corsi sulle attività manuali che le app non possono sostituire

TREVISO. C’è chi è capace di inventare un’app per smartphone in grado di gestire i processi produttivi a chilometri di distanza dalla fabbrica. Ma, allo stesso tempo, non sa ricucirsi un bottone della camicia che si è staccato. Unindustria Treviso e il suo presidente Maria Cristina Piovesana mettono per un attimo da parte l’Industria 4.0, il digitale e l’innovazione, e promuove un corso “old style” in cui si insegnano tutte quelle attività, soprattutto manuali, oggi un po’ dimenticate. Rammendare, appunto, ma anche stirare, fare le pulizie, cucinare. Tutte attività che nessuna “app”, per quanto sofisticata, è ancora in grado di fare al posto nostro.

Il progetto si chiama “Arte del vivere”, e si propone di re-insegnare a uomini e donne l’arte di arrangiarsi. A organizzarlo è UNIS&F Lab (il Laboratorio esperienziale di Unindustria Servizi & Formazione Treviso Pordenone) grazie anche a un contributo di Conad e Ascotrade, si parte il 9 marzo alle 20 (fino alle 23) con la prima delle sette serate di corso; ogni lezione (la prima riguarderà la gestione domestica) costerà 45 euro e si terrà nella sede di via Venzone 12, a Treviso.

«Le motivazioni possono essere le più diverse», spiegano gli organizzatori, «voglia di maggiore indipendenza e autonomia, necessità di non far pesare sul bilancio familiare alcune semplici riparazioni, liberarsi dal dover sempre cercare su internet, nelle chat o nei tutorial per risolvere piccoli guai domestici o - più semplicemente - la soddisfazione di sapere che si può fare da sé. Ecco perché all’alba della quarta rivoluzione industriale, per non divenire ossessivamente condizionata dalle innumerevoli e continue innovazioni digitali, si possono riscoprire il valore (e i vantaggi) di una manualità perduta e il bisogno di mettere alla prova la nostra capacità nel realizzare cose e attività».

Sette temi, appunto, per sette serate: “Fare ordine in casa, l’arte di ritrovare se stessi”, “Il bello di specchiarsi in una casa pulita. Rispettare l’ambiente, pulendo dove vivi”, “Alla scoperta dei consumi superflui. Come capire dove finiscono i tuoi soldi”, “Mi sono macchiato e ho perso pure un bottone. Guida per lavare e rammendare”, “Prendere la piega giusta. L’arte dello stirare”, “Mi arrangio, grazie. Il bello delle piccole manutenzioni”, “Il piacere di cucinare da sé. Come mangiare bene, evitando gli sprechi”.

Si parte, quindi, con l’ordine domestico: il primo corso spiegherà come liberare la propria casa dagli oggetti inutilmente accumulati, come organizzare il guardaroba, come preparare le valige occupando il minor spazio possibile, come avere una cucina il più possibile ordinata e pulita. «Questa nuova realtà, al contrario di quella vissuta dalle generazioni precedenti, è una realtà facilitata se non chiaramente aumentata» raccontano ancora gli organizzatori, «dalle app che fanno tutto, alla bicicletta che sale da sola in passi di montagna, alla disabitudine di scrivere a penna, alla inutilità di fare i conti a mano. Tutto ci è facilitato salvo le abilità dell’uomo. Sul luogo di lavoro questo ci porta a perdere la visione di insieme delle cose, a non saper rispondere per ragionamenti più larghi se non con i dati di un pc. Il nostro intuito perde la sua più grande banca dati: la memoria delle competenze. E’ il nostro vissuto esperienziale e non ci sforziamo di ricordarlo, perché crediamo di ritrovarlo in qualche file». 

 

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