Sondaggio shock, uno studente su 4 è stato vittima di cyberbullismo

All’istituto tecnico Einaudi di Montebelluna. Rilevati anche casi di sexting, scambio di contenuti hard. Molti allievi chiamano in causa il partner del momento

Enzo Favero
Un messaggio anti-bullismo
Un messaggio anti-bullismo

Il sesso tra i ragazzi corre sul telefonino. È quanto emerge da una indagine effettuata dall'It Einaudi-Scarpa, la più grande scuola superiore di Montebelluna con i suoi oltre 1.500 studenti.

Si trattava di una indagine su bullismo e cyberbullismo dove si indagava anche sulle pratiche di sexting, ossia di scambio di messaggi, audio, immagini o video a sfondo sessuale o sessualmente espliciti.

Ebbene è risultato che quasi il 24% ha fatto tale esperienza, quindi all'incirca 370 ragazzi, rapportando il campione a tutti gli studenti iscritti. E in alcuni casi neppur sporadicamente.

Di questi 370 infatti quasi il 4% lo ha fatto più volte alla settimana, il 2,4% una volta alla settimana, il 4,6% 2 o 3 volte al mese, oltre il 12% una o due volte in tutto da quando è iniziato l'anno scolastico.

Su iniziativa di chi tali scambi a sfondo sessuale? I ragazzi e le ragazze che hanno compilato il questionario hanno imputato l'iniziativa soprattutto al ragazzo o ragazza che piace più che a sé stessi.

Soprattutto nel caso in cui ciò sia avvenuto solo una o due volte: per l'11% infatti la richiesta è arrivata dall'amico o amica del cuore, mentre per un 6% scarso la richiesta è partita dall'interpellato.

Differenze più contenute invece dove il sexting è stato più frequente. Infatti in quel 3,9% che lo ha fatto più volte alla settimana, la richiesta è partita da chi ha compilato il questionario nella percentuale dell'1,7%, è invece arrivata dall'amico o amica del cuore nel 2% dei casi.

Ma col telefonino non si fa solo sexting, ma si mandano messaggi o audio offensivi per ferire qualcuno o per il colore della pelle, l'origine, la religione, l'orientamento sessuale, insomma si fa quello che viene definito hate speech.

Ebbene quasi il 16% ha ammesso di averlo fatto, nella maggior parte dei casi solo una o due volte dall'inizio dell'anno scolastico, ma qualcuno anche più volte alla settimana, come nel caso di quel 3,7% che ha detto di averlo fatto diverse volte alla settimana.

Minore invece il numero di chi è stato vittima di questi attacchi online che lo hanno ferito: poco più del 14%. In compenso, a contraddire questi ultimi dati, risultano più numerosi i testimoni di hate speech: sono addirittura il 71%.

In compenso chi ha subito atti di bullismo stenta a dirlo o se lo fa si confida con un amico o compagno di classe nel 40% dei casi, ma nel 31% dei casi sta zitto con tutti perché ritiene che poi non cambi nulla. E c'è la percezione che atti di bullismo vedano come vittime pochi ragazzi.

Per oltre il 62% degli studenti coinvolti nel questionario infatti solo alcuni ragazzi subiscono prepotenze. Ma per l'11% degli intervistati le vittime sono invece molte e solo 1,5% ammette di essere solo lui stesso vittima di prepotenze.

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