Treviso a rischio sismico «Edifici fuori norma»

Incontro Ascom con l’esperto, che avvisa: «La città non ha curato la sicurezza Subito verifiche nelle strutture capaci di contenere più di cento persone»

Pericolo sismico nella Marca, bocciati gli edifici di Treviso e zone limitrofe: in caso di terremoto i danni sarebbero maggiori nel capoluogo, classificato come zona 3 (a sismicità bassa), rispetto alla Pedemontana che è in area 2 (a sismicità media). Nessun controsenso, la colpa è di un patrimonio edilizio inadeguato e non a norma. A denunciare il problema, Filippo Bonaccini, ingegnere strutturista: «Il 95 per cento delle costruzioni della pianura trevigiana è stato realizzato senza alcun criterio antisismico. Minore è il livello di adeguatezza, maggiore sarà il pericolo di esposizione in caso di terremoto». Questo perché i 49 comuni della Pedemontana hanno cominciato a costruire anti-sismico dal 1984, mentre per l'area del capoluogo la normativa è stata recepita molto più tardi, nel 2005. Tutto quello che è stato eretto prima di questa data non rispetta le direttive vigenti in materia, o quasi. Una situazione che sfiora il paradosso, spiega Bonaccini: «Nelle zone di livello 3, come Treviso, Castelfranco, Mogliano e Oderzo, i danni a seguito di possibili scosse sarebbero pari a quelli di alcuni comuni emiliani. Non voglio creare allarmismo, ma entità dei sommovimenti e accelerazioni del suolo sarebbero analoghe». Alla luce di questi dati, ieri, la Confcommercio provinciale ha organizzato per i propri associati il convegno “Il rischio sismico non è più sconosciuto”. Occasione per fare il punto sulla situazione. Molto resta da fare per affrontare in modo efficace il rischio sisma negli esercizi pubblici, negli spazi commerciali e nelle strutture ricettive. «Il senso è di contribuire alla sensibilizzazione dei gestori. La questione richiede un grande livello di maturità del legislatore e dei proprietari degli immobili. Oggi più che mai occorre riflettere sul lungo periodo», prosegue Bonaccini, «la normativa nazionale e regionale si preoccupa delle strutture dove il collasso sarebbe più rilevante: edifici strategici, come gli ospedali, ad alta affluenza, ovvero locali con capienza di oltre 100 persone e strutture commerciali con superfici superiori ai 5 mila metri quadrati. Per questi la legge richiede di effettuare verifiche, pur non obbligando ancora all'adeguamento». E per i privati? L'Ordine degli ingegneri di Treviso ha lanciato la proposta della certificazione sismica degli edifici. Alla stregua delle classi energetiche si starebbe cercando di fare lo stesso anche per il grado di resistenza strutturale di case e palazzine residenziali.

Conclude Bonaccini: «Stiamo portando avanti la proposta con la federazione regionale e speriamo diventi presto oggetto di un provvedimento normativo. Vorremo creare la stessa attenzione che si è sviluppata per il risparmio energetico. Poter avere anche la classe sismica crediamo sia un valido incentivo alla qualità, per costruttori e acquirenti».

Valentina Calzavara

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