Treville, il paese dove tutto si chiude «Ma qui resiste il volontariato»

Banca, lavanderia, lavasecco, edicola e molte altre attività hanno alzato bandiera bianca. E poi l’isolamento dal centro



Treville sta soffrendo. Le serrande delle attività del centro sono quasi tutte abbassate. In quattro anni se ne sono andati in molti: una lavanderia, la banca, il dottore, il panificio del centro, il lavasecco, l’edicola, il massaggiatore. Tutto chiuso. Restano i cartelli appesi fuori: “Attività chiusa”, “Vendesi”, “Affittasi”. Dal Bar Centrale si parla di come stanno andando le cose in paese. Si cerca di smorzare i toni. «Paghiamo troppe tasse, anche la tassa sulle tende che danno in strada: sarà mai possibile?». Tra un caffè corretto e una chiacchiera, spuntano le note amare di un paese, che soffre della chiusura dei negozi di vicinato.

Quelle “antenne di quartiere” sparse lungo le vie di paesi e paesotti che ancora riescono a rendere a pieno il concetto nostrano di “convivialità”. C’è qualche giovane che vuole aprire un’attività? Al bancone e tra i tavolini tutti scoppiano a ridere: «Ceo, qua sera tuto».

In via Castellana c’è chi resiste, forse perché affacciati a una via che convoglia parte del traffico frazionale diretto a Castelfranco: bar, una pasticceria-panificio, un negozio di elettrodomestici. Le serrande sono aperte. In direzione di Castelfranco sembra esserci vita e lavoro, ma dalla farmacia ai Due Angeli in direzione del polo scolastico frazionale, i negozi ancora aperti lavorano, e lo fanno con la grinta che solo ai veneti è propria, intervallandosi a serrande ora abbassate, ora aperte. «Non fanno neanche più la sagra di paese», esclama un anziano al bar, «te go dito, qua more tuto”. Si riferisce alla sagra del patrono San Daniele che veniva organizzata per il mese di luglio dal gruppo sportivo del paese: non esiste da parecchi anni. Ma ne è nata una nuova: parrocchia e gruppo sportivo uniti insieme per tre weekend di festa.

Treville vive di volontariato. Il giovane parroco don Andrea Guidone racconta di una comunità viva che almeno nelle attività parrocchiali e di volontariato non vuole mollare di un centimetro: «C’è il Circolo Noi, il gruppo sagra Madonna del Rosario che realizza tre weekend di festa per riunire la comunità, ci sono i gruppi dei ragazzi delle superiori, abbiamo da poco dato vita a un gruppo di animazione per ragazzi disabili che ogni tre settimane si trova per condividere momenti e passare del tempo con questi amici».

Una frazione ricca di infrastrutture: asilo parrocchiale, scuola elementare, scuola media, campo sportivo. Ci sono anche passaggi a livello, due consecutivi proprio in via Piave, a meno di 500 metri in linea d’aria dal palazzetto dello sport. I cantieri per la realizzazione della mensa scolastica, sullo stabile delle vecchie elementari, sono ancora aperti; un’opera importante che darà agli studenti una mensa ai bambini e alla comunità una sala.

È stato invece portato a termine il restauro della scuola secondaria Martire della Libertà, che ora può vantare una struttura scolastica in sicurezza. Renzo Bertolo, volontario nel circuito parrocchiale di Treville, ha il polso della situazione in frazione: «C’è un tessuto sociale molto vivo, sia all’interno del mondo parrocchiale che sportivo. Associazioni come l’Auser e Carmen sono molto presenti in paese con le loro attività». Poi muove qualche considerazione sulla mobilità: «A Treville resta da sciogliere l’annoso problema dei due passaggi a livello di via Piave e la contestuale realizzazione della ciclabile in via Castellana: speriamo venga realizzata al più presto in modo da implementare la viabilità lenta che manca nel collegamento con Castelfranco». —

(8. fine)





Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso