Traffico rifiuti, Nespolo indagato lascia Ecostile

GORGO AL MONTICANO. Marco Nespolo abbandona la poltrona di presidente della Ecostile di Gorgo al Monticano e medita di fare altrettanto con quella di consigliere comunale, sempre a Gorgo. Motivo: è indagato nell’ambito dell’inchiesta su un presunto smaltimento illecito di rifiuti che ha portato due persone agli arresti domiciliari - tra le quali il socio di Nespolo, Marco Zuccarello - oltre a cinque sottoposte a misure interdittive nel settore dei rifiuti e dei trasporti e altre dieci indagate a piede libero.
Nespolo, 45 anni, ex assessore all’ecologia nella giunta del sindaco Firmino Vettori, dallo scorso 14 luglio non è più presidente del consiglio di amministrazione della Ecostile, azienda di Gorgo che si occupa di gestione dei rifiuti. Il cda ha deliberato l’uscita anche del vicepresidente, Zuccarello. Un doppio passo indietro necessario per cercare di lasciare l’azienda al di fuori del ciclone giudiziario che ha colpito i suoi due massimi rappresentanti: presidente indagato, vice ai domiciliari. Ora c’è un nuovo amministratore unico: l’ingegner Enrico Fabris.
Secondo l’accusa il materiale inerte, estratto durante i lavori di bonifica di un’ex fonderia di Paese e classificato come rifiuto (si trattava di un mix di terra e scorie di fonderia contenente fluoruri), invece di essere conferito in una discarica di Vittorio Veneto veniva illecitamente dirottato nell’ex cava Lot a Cison di Valmarino. Venivano falsificati i registri e le bolle di trasporto - sempre secondo gli inquirenti - da qui le accuse contestate a vario titolo ai 17 indagati di traffico illecito di rifiuti, falsità in registri e notificazioni, realizzazione e gestione di discarica non autorizzata e abuso edilizio.
La tempesta giudiziaria colpisce l’azienda Ecostile di Gorgo, sede in via Cirenaica, ma anche il consiglio comunale. Nespolo, infatti, siede sugli scranni del Carroccio. Al momento le dimissioni sono un’ipotesi: la legge Severino contro la corruzione negli enti pubblici, secondo il legale di Nespolo, non impone il passo indietro al consigliere indagato. Discorso diverso, invece, quello morale, o quantomeno dell’opportunità: da questo punto di vista, Nespolo sta riflettendo sul da farsi. Ora la priorità per lui è dimostrare la propria innocenza.
Secondo l’accusa, con il “trucco” nel trasferimento e nello stoccaggio dei rifiuti le ditte coinvolte beneficiavano dell’abbattimento dei costi di smaltimento: nella cava di Vittorio Veneto sarebbero finite indebitamente 53 mila tonnellate di rifiuti illeciti per un profitto di circa 215 mila euro. —
Fabio Poloni.
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