Traffico di rifiuti, i giudici del tribunale del Riesame liberano Lot e Zuccarello

Accolte le tesi difensive  e tolta la misura degli arresti  domiciliari ai principali indagati L’avvocato Martignago: «Il terreno non è contaminato»

PAESE

I giudici del tribunale del Riesame hanno revocato la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Mauro Zuccarello, 47 anni di Ponte di Piave, amministratore delegato di Ecostile srl, l’azienda con sede legale a Pordenone ma plesso operativo a Gorgo al Monticano, che aveva ottenuto un contratto d’appalto per i lavori di bonifica dell’ex fonderia Montini di Paese, e di Federico Lot, 41 anni di Follina, titolare della Fal srl, l’azienda di Pieve di Soligo che si occupava dei lavori di sistemazione e riempimento della cava “ex Lot” di Formesin a Cison di Valmarino. Una cava, quest’ultima, dove potevano essere conferiti soltanto inerti e non rifiuti. La misura dei domiciliari è stata sostituita con l’interdizione del divieto temporaneo per Lot e Zuccarello di esercitare l’attività d’impresa nel settore della gestione dei rifiuti per la durata di un anno.

Secondo l’accusa, il sistema illecito di smaltimento dei rifiuti era molto semplice. I rifiuti (terra e roccia mista a scorie di fonderia) che, durante i lavori di bonifica operati dall’Ecostile srl, partivano dalla ex Montini di via Stazione a Paese, invece di essere conferiti nella discarica di Forcal di Vittorio Veneto, gestita dalla Centro Recuperi Piave srl di Conegliano - come veniva falsamente attestato nella documentazione e nelle bolle di trasporto - venivano invece dirottati e smaltiti nella cava di Formesin di Cison. In questo modo, le ditte coinvolte beneficiavano dell’abbattimento dei costi di smaltimento.

Ma sul fatto che quel terreno fosse contaminato da scorie di fonderia e fosse, soprattutto, da considerare rifiuto, il legale di Lot, l’avvocato Lucio Martignago, solleva più di semplici dubbi. E li ha fatti presenti nella memoria difensiva presentata al tribunale del Riesame che ha permesso a Lot di tornare in libertà fino a spingersi a dire: «Il terreno non solo non è inquinato ma potrebbe essere utilizzato in una serra botanica. Un dato è certo ossia che Fal srl, nel sito di Cison di Valmarino, ha ricevuto materiale del tutto incontaminato». Nella memoria difensiva, l’avvocato Martignago ha anche allegato la relazione di un consulente tecnico che attesterebbe che il terreno della bonifica dell’ex fonderia di Paese, trasportato poi alla cava di Cison, non era contaminato e quindi non era da considerare come rifiuto. —



Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso