Traffico di auto di lusso, in otto finiscono a processo

In otto sono finiti a processo perché accusati di far parte di una banda dedita al traffico di auto di lusso ottenute attraverso truffe, leasing mai pagati o appropriazioni indebite, radiate dal Pra, reimmatricolate e rivendute all'estero a ignari acquirenti, soprattutto in Svizzera, attraverso documenti falsi e prestanomi. Tutti sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, riciclaggio, ricettazione, falso e appropriazione indebita. Si tratta di Francesco Levak, Anthony Levak, Jan Carlos de Jesus Espinal, Luca Pastrello, Massimiliano Formica, Pujols Medina, Olmes Vaccari e Massimo Pezzato.
L'inchiesta, portata a termine dalla Polstrada di Treviso, ha permesso di recuperare 22 delle 23 auto trattate dall'organizzazione, tra cui Ferrari, Lamborghini, Audi e Bmw, per un valore complessivo di un milione di euro. L'indagine era partita da una segnalazione proveniente dall'agenzia di pratiche auto “Gobbo” di viale della Repubblica il 14 agosto del 2013.
L'indagine, durata sette mesi, aveva permesso di sgominare un'organizzazione internazionale dedita al riciclaggio di auto di lusso, rubate o frutto di illeciti, verso paesi esteri, in particolare la Svizzera, ma anche Germania, Ungheria, Estonia ed altri paesi dell'Est. La banda era composta da un mix di cittadini italiani e stranieri, in prevalenza residenti nella provincia di Treviso. La tecnica dell'organizzazione era molto semplice ed era finalizzata a “ripulire” auto rubate o comunque frutto di truffe o appropriazioni indebite da leasing mai pagati per essere poi rivendute nel mercato estero. In genere un uomo della banda si presentava in un'agenzia di pratiche automobilistiche per produrre le richieste di radiazione per esportazione dei veicoli. È una pratica che consiste nella cancellazione dal Pra di un'auto con il ritiro delle targhe italiane, consentendo poi la nuova immatricolazione del mezzo all'estero. Un’operazione che permette di "ripulire" il mezzo da ogni vicenda pregressa.
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