Tomaselli, revocata la misura

La Corte d’Appello: è un attivista politico, non è pericoloso
CASTELFRANCO AVIS TARZO INCIDENTE DI CACCIA CALCIO CONEGLIANO SAN POLO
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Nei suoi confronti era scattata la misura della sorveglianza speciale: un provvedimento nato per tenere sotto controllo i mafiosi e che il tribunale di Treviso, su richiesta della questura, aveva ritenuto di applicare anche nei confronti di un no-global. A distanza di otto mesi, la Corte d’Appello di Venezia ha revocato la misura nei confronti di Fabio Tomaselli, 33 anni, definendo ingiustificato il giudizio di pericolosità sociale nei suoi confronti. E sostenendo che il comportamento del giovane non ha messo in pericolo la sanità, la sicurezza, la tranquillità pubblica. La revoca è stata formalizzata ieri mattina dopo la difesa in aula sostenuta dall’avvocato Giuseppe Romano, lo stesso che ha fatto assolvere tutti i no-global accusati dell’assalto a Ca’Tron. Tomaselli era diventato «sorvegliato speciale» lo scorso luglio: proibito per lui uscire la sera, proibito lasciare Treviso senza avvertire le forze dell’ordine, proibito anche partecipare a incontri pubblici (tanto da essere finito sotto inchiesta per aver preso parte a un incontro di partigiani dell’Anpi). La misura aveva la durata di 1 anno, ma appunto ieri è scattata la revoca.

Il provvedimento era stato sollecitato la scorsa estate dalla questura anche nei confronti di un altro no-global, Paride Danieli, ma in questo caso il tribunale l’aveva respinto.

Contro la condizione di «sorvegliato speciale», si era levato un corso di proteste: c’era stato anche un appello collettivo da parte di esponenti di diversi ambienti politici e culturali per chiedere appunto la revoca di un provvedimento ritenuto eccessivo. Ora la Corte d’Appello ha accolto l’istanza della difesa cancellando le restrizioni nei confronti dell’esponente dell’antagonismo. L’avvocato Romano aveva sottolineato come Tomaselli sia un attivista politica e le misure di prevenzione nascono con ben altre finalità; aveva rilevato inoltre che l’unico precedente a suo carico risaliva al 2004 (resistenza a pubblico ufficiale per uno sgombero), mentre un processo in corso (quello di Ca’Tron) si era concluso con l’assoluzione. «Il suo comportamento», hanno precisato i giudici lagunari, «non può ritenersi tale da mettere in pericolo la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica».

Sabrina Tomè

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