Tita Rinaldi, maschera della Treviso giocosa

Una vera macchietta della nobiltà trevigiana, una sorta di Marchese del Grillo di casa nostra, famoso per le burlonerie che faceva agli amici e il grande senso dell’umorismo che lo caratterizzava, simbolo di una città «giocosa» dei bei tempi andati.
Il Conte Tita Rinaldi(1768-1865) torna al centro della cultura cittadina grazie all'iniziativa della Società Iconografica Trivigiana e della casa Editrice Compiano, che ripropongono l'indimenticata figura del bonario nobiluomo ne Il Conte Tita Rinaldi – Icona di una città gioiosa. La vita e le burle del nobile trevisano vengono presentate nella nuova edizione venerdì 10 febbraio alle 18 a Palazzo Giacomelli, in piazza Garibaldi a Treviso, nella descrizione che ne fece o Attilio Lazzari (bibliotecario dell’Ospedale Civile) nel 1927, con i disegni del compianto illustratore Ennio Comin e l'introduzione di Toni Basso. Tutti nomi che hanno segnato, e segnano, momenti importanti della cultura trevigiana: Lazzari (nato in città nel 1874) nella prima metà del secolo scorso dedicandosi, tra l'altro, a redigere Curiosità storiche trevigiane; Comin illustrando con la sua ironica penna i momenti e i personaggi più significativi della Treviso contemporamea; Basso continuando tott'ora in quel percorso che lo ha portato a testimonianze librarie, come «Treviso illustrata», «Un colpo al cuore», «I colli Trevigiani» e via discorrendo. Insieme concorrono in questo libro a riportare alla memoria una famiglia veneziana che, giunta a Treviso nel Duecento a seguito dell'imperatore Federico Barbarossa, ancor oggi vive nella toponomastica con il Vicolo Rinaldi, da cui si accede alla omonima Piazza in cui la nobile dinastia ha costruito, in diverse epoche, tre signorili dimore di cui una ospita, attualmente, parte dei servizi municipali. E' proprio in uno di questi palazzi che il Conte Tita, buontempone inesauribile e raffinato, ha vissuto la sua vita spesa anche, assieme alle sue cospicue sostanze, ad organizzare clamorose burle consegnate alla storia patria dai trevigiani, che amano riconoscere nell'estro di quest'uomo una dimensione non secondaria del loro carattere. La riproposizione del libro di Attilio Lazzari offre l’opportunità a Toni Basso di rivisitare questo aspetto del trevisan, e a Ennio Comin, fino al momento della sua scomparsa nell'ottobre 2011, di interpretare con la sua felice verve grafica alcune delle «burle» rimaste storiche. L'estro di Basso e Comin conferiscono al libro un carattere di originale diversità rispetto all’introvabile edizione originale del 1927, diversità evidenziata dal sottotitolo Icona di una città gioiosa aggiunto a quello originale Il conte Tita Rinaldi.
Ne esce un personaggio inimitabile, che il Gruppo Folcloristico Trevigiano ricorda anche come «non disdegnasse di ballare con una prosperosa campagnola la tarantea», ma che tra scherzi e burle non mancava mai di generosità, poichè spesso il conte cercava, di riparare economicamente ai danni arrecati con le sue sortite scherzose.
«E’ proprio in questo periodo d i festa – sostengono i promotori dell'iniziativa - che vogliamo far emergere questa figura proponendola come maschera del Carnevale Trevigiano, cosa che tra l'altro si auspicava Arnaldo Compiano quando qualche anno fa ne parlò con Toni Basso e Franco Crespan del Gruppo Folcloristico Trevigiano». Nel volume è presente l'introduzione che allora Arnaldo Compiano scrisse per l'uscita del libro.
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